territorio
L'anello che non tiene - Uno sguardo da Pianvignale
Ezio Baracco
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![]() L'agile svolgersi e riavvolgersi di una memoria affettiva sensibile e puntuale, in una personalità incline al rapimento, inseg
€ 12,00
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Dante Giacosa, l'ingegno e il mito - Idee, progetti e vetture targate FIAT
Dova Loredana
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![]() Con la prefazione di Antonio Amadelli, storico dell’automobile che è stato responsabile del Centro Storico Fiat e direttore del Museo dell’automobile “C. Biscaretti di Ruffia” di Torino, il volume (frutto di un lungo lavoro documentario presso l’archivio storico Fiat di Torino) è la ricostruzione della vita, della carriera e dell’opera del grande progettista di origini neivesi.
Nato a Roma quasi per caso (il padre si trovava là per motivi di lavoro, era infatti carabiniere) visse la sua prima infanzia a Neive (paese d’origine del padre) e poi con la famiglia si trasferì ad Alba, dove frequentò il Liceo classico “Govone”.
Entrato alla Fiat giovanissimo dopo la laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino, Giacosa passò alla Fiat 42 anni della sua vita, durante i quali progettò in pratica tutte le vetture della casa torinese, dalla Topolino alla 600, dalla 500 alla 124, per arrivare alla 128 e alla 112. Non solo: durante la guerra realizzò il progetto della Cisitalia, l’auto da corsa che, a fine agosto 1946, sfrecciò in una memorabile gara nel circuito del Valentino (Torino). Sette vetture perfettamente uguali guidate da altrettanti famosi piloti, tra cui Nuvolari, Biondetti, Dusio.
Conservò con l’Albese uno stretto rapporto. Negli anni dello sfollamento la sua famiglia viveva stabilmente sulle colline albesi (nella cascina denominata Il Perucca) e in città c’erano alcuni dei suoi più cari amici: l’avvocato “Nandin” Gioelli, l’imprenditore vinicolo Felice “Cin” Bonardi (di cui era anche cugino), il medico Dogliotti e la sua famiglia. Anche per la sua conoscenza delle Langhe, diede un contributo importante nel periodo della Resistenza. A Neive (dove lui, la moglie e i genitori sono sepolti) sono tuttora viventi alcuni suoi cugini. Di lui (e della bellissima moglie Laura Gherzi-Paruzza) parla anche Fenoglio ne “Il Partigiano Johnny”.
La sua attività nella Casa torinese è stata ad altissimo livello: si può con certezza affermare che molte delle auto che hanno contribuito a motorizzare l’Italia dagli anni ’50 in poi siano frutto della mente di Giacosa, riconosciuto universalmente come progettista eccezionale e uomo dalla dirittura morale unica.
Negli anni in cui la casa torinese la Fiat investiva in ricerca, sulla stregua di quanto stavano facendo General e Motors e Chrysler negli Usa, Giacosa trovò il tempo di dedicarsi all’auto a turbina, che fu presentata nel 1954 sulla pista dell’aeroporto di Caselle. E ancora: fu uno di protagonisti del grande progetto che portò la Fiat in Unione Sovietica, proprio negli anni (siamo tra il 1964 e il 1966) in cui la cortina di ferro era quasi impenetrabile.
Il libro però non racconta solo la biografia lavorativa dell’uomo che, insieme a Valletta, determinò la motorizzazione degli italiani. Ne ripercorre anche la vicenda umana portando una serie di notizie “di prima mano” ricavate da interviste che l’autrice ha fatto a persone che hanno lavorato a fianco di Giacosa e a suoi familiari. Ne esce un ritratto a tutto tondo del creatore della 500, che ripercorre anche, oltre alla vicenda umana, il suo percorso intellettuale. Semplicità, sicurezza, gusto del bello, ricerca della funzionalità: questi i paradigmi che hanno ispirato i progetti di Giacosa, un uomo che non si accontentava mai delle soluzioni acquisite, dei risultati raggiunti, ma cercava con ogni mezzo altre vie, altre soluzioni possibili.
Sullo sfondo, poi, c’è una grossa fetta della storia della Fiat e dell’Italia intera. Gli anni del regime fascista, la guerra, la resistenza, la ricostruzione, il boom economico, le inquietudini del ’68 e la lotta armata.
A corredare il lavoro, due significative testimonianze. Quella di Giorgetto Giugiaro, che mosse i primi passi della sua carriera grazie Giacosa che, visitando una mostra di lavori di alcuni studenti, intuì il genio dell’allora giovanissimo designer, e quella di Domenica Romano, fondatore a Garlenda del Fiat 500 club Italia che oggi conta oltre 22 mila soci, tutti accomunati dall’amore verso l’auto che, più di ogni altra, ha “messo le ruote” agli italiani.
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€ 19,90
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Tutti mi chiamano grama - Cento storie per una storia di Langa
Tempo di anelli e di ragazze
Clerico Domenico
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![]() Molti anni prima di Stefania Belmondo, un gruppo di giovani piemontesi dominò la scena nazionale ed internazionale del fondo femminile. Erano sei, tutte di Limone Piemonte, e tra il 1954 e il 1960 vinsero tutto. O quasi. Infatti la loro storia è ancora più affascinante proprio perchè non poterono partecipare ai Campionati Mondiali del 1958 e alle Olimpiadi del 1960: il boom economico privilegiava infatti la nascente passione italiana, lo sci alpino. Il fondo non era un business, si investiva ogni risorsa sulla discesa, senza peraltro avere grandi risultati. Così, sulla base di queste considerazioni poco sportive, le sei di Limone, pur vincendo moltissimo, non vennero considerate. Col tempo il loro ricordo si è scolorito, fino quasi all'oblio.Domenico Clerico, già autore de "Lo sci a Limone "(2007), riporta alla luce questa straordinaria vicenda umana, che rese grande una disciplina agli albori dello sport femminile.
Il libro è un romanzo, una ricostruzione fantasiosa - ma non troppo - di come andarono le cose: la storia di un destino che diventa simbolo dell'Italia del novecento....
€ 13,00
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Effimeri entusiasmi quotidiane sofferenze - Storia del manicomio di Racconigi
Moraglio Massimo
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![]() Questo volume, curato da Massimo Moraglio, tratta della nascita del manicomio, della sua organizzazione, delle cause della pazzia e analizza un caso di parricidio.
Fondato nel 1871, il manicomio di Racconigi è stato per oltre un secolo l’ospedale dei «matti» per l’intera provincia di Cuneo. Il volume ”Effimeri entusiasmi, quotidiane sofferenze” rappresenta un esempio di come la storia locale possa raccontarci molto di un fenomeno nel suo complesso, propone ai lettori odierni non solo una rilettura critica delle vicende che portarono all’apertura di quell’ospedale psichiatrico, ma anche documenti originali di grande interesse che consentono uno sguardo diretto sulla società e sulle culture mediche dell’epoca. Emerge un manicomio che, già al momento della sua fondazione e con la piena consapevolezza di chi lo voleva istituire, si collocava a metà fra terapia psichiatrica e reclusione coatta.
Il libro contiene contributi di Giuseppe Gazzera, direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Asl 17, del medico psichiatra Alessandro Vallarino, del coordinatore infermieristico del distretto di Savigliano Sergio Tesio.
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€ 14,00
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I signori del tartufo
Prando Edo
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![]() Ad Alba, tra settembre e novembre di ogni anno, per le sue vie circolano trecentomila persone. E non tutte parlano italiano con l'accento largo del posto. Anzi. Nella via principale, quella intitolata al Re Vittorio Emanuele II, ma che tutti chiamano semplicemente via Maestra, "main street" avrebbe detto lo scrittore Fenoglio, le lingue del mondo s'incrociano in una gioiosa babele. Ti sfiorano gruppetti che parlano tedesco, francese, spagnolo, inglese. Non sono i monumenti e la storia, che pure trovi, la causa di questa periodica e massiccia invasione di turisti. E' una presenza molto particolare: il tartufo. Il Tartufo Bianco d'Alba, Tuber magnatum pico, come lo classificano i micologi, studiosi dei funghi. Nasce e vive sottoterra. Non lo incontri passeggiando nei boschi dove cresce, ma lo trovi sulle tavole riccamente imbandite di tutto il mondo. Non è bello a vedersi: una brutta patata. Non contiene principi nutritivi: è fatto d'acqua e fibra vegetale. Il segreto sta nel suo odore: per alcuni profumo paradisiaco, per altri pesante afrore. Creare tifoserie contrapposte è già segreto per arrivare al successo, ma non basta. Quello di cui gode il Tartufo d'Alba è una felice e, talora, casuale somma di coincidenze. E' un'intricata matassa che, a sbrogliarla, coinvolge e appassiona.
Fotografie, testimonianze, storie, leggende, aneddoti: questo libro è un omaggio al meraviglioso, folle, romantico mondo della "trifula "....
€ 27,00
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Lo sci a Limone - Cent'anni di storia, e poi ancora...
Clerico Domenico
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![]() L’autore, Domenico Clerico, scrive: “L’idea di scrivere un libro che ricordasse i cento anni dello sci a Limone è nata l’otto aprile del 2007, serata di festa per il centenario. L’interesse del pubblico presente, l’entusiasmo e l’orgoglio dei limonesi di essere storia nella Storia mi hanno spinto a raccogliere in queste pagine avvenimenti, testimonianze ed immagini che raccontano un’epoca che ha segnato la vita di tante persone e del nostro paese”.
Un libro ricchissimo di storie, aneddoti, rare immagini d'epoca (lo sci degli alpini subito dopo la I Guerra Mondiale e le feste ai tempi del Fascismo), bello da leggere, ottimo come idea regalo.
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€ 15,00
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Baìo - Antico carnevale del Piemonte occitano
Prando Edo
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![]() “Baìo” è una ricchissima antologia di fotografie che narrano la Baìo di Sampeyre (e non solo: una parte del libro è dedicata alle altre “Baìo” delle valli: Castelmagno, Castellar, Fenestrelle).
Inoltre molti testi accompagnano le immagini, raccontando le vicende della Baìo, nella storia (come nacque, come si è evoluta, cosa racconta), e ne illustrano i personaggi principali, dal Tesoriere ai Sapeur, dall’Arlechìn alla Vieio, dagli Espus ai Cavalìe.
Nelle giornate della Baìo tutti si sentono partecipi di un avvenimento che rinsalda in modo forte e forse unico lo spirito di appartenenza alla propria terra.
Il momento turistico, motivo dei carnevali che si tengono nel medesim periodo, è secondario. Nell'incontro dei quattro cortei delle Baìo di Villa, Calchesio, Sampeyre e Rore c'è un pathos reale. Non è un incontro fra persone che spesso si frequentano tutto l'anno. Quando gli Abbà incrociano le spade nel saluto, non si finge ma si rivive un momento.
Non ha importanza che la cacciata dei Saraceni sia realmente accaduta: questa non è una rievocazione, ma un'affermazione della propria identità, che la comunità rinnova ogni cinque anni. Letta in questa maniera, anche l'assenza delle donne nei cortei ha un significato.
La parte visibile, maschile, è possibile perché esiste una parte femminile, invisibile, che fa da contraltare.
E' la parte che mantiene il ricordo, lo tramanda, lo organizza e ogni cinque anni lo concretizza nella simbologia dei costumi...
€ 27,00
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Tra la Via Sonia ed il Rivobrugenti - Storia di Roburent dalle origini alla Guerra del Sale
Bruno Vallepiano
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![]() La storia delle nostre terre e delle nostre comunità locali è ricca di episodi che, nel corso dei secoli, ne hanno plasmato l'identità e il carattere.
€ 17,00
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Pamparato a tavola
Beppe Prato
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![]() Non è un ricettario ma un racconto dei nostri prodotti agricoli e non, sperimentati negli anni trascorsi tra stufe e fornelli.
€ 16,00
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Come neve sui monti d'Albania
Candido Bottin
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![]() Una storia che nasce nelle campagne piemontesi per sfociare tra le montagne albanesi.
€ 16,00
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Diario dell'alpino Francesco Maccario - Il soldato che voleva laurearsi alla Bocconi
Paola Maccario
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![]() Diario di una recluta del 1° reggimento alpini battaglione "Pieve di Teco", che immortala con dovizia di particolari gli stati d'animo dopo la sua cattura il giorno dell'armistizio.
€ 18,00
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