I ragazzi del Falchetto
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Era una sera di prima estate, tutto intorno era silenzio, c'erano tante stelle, e, ripercorrendo quel sentiero, udivo solo il fruscio delle foglie. Pensavo alla lunga camminata che dovevano affrontare quei ragazzi per giungere al Falchetto. Quanti altri come loro avevano abbandonato le proprie case per rifugiarsi sulle colline e sulle montagne. Non immaginavo neanche lontanamente che il mattino seguente li avrei rivisti uno accanto all'altro nella sala mortuaria nel cimitero di Canelli.
Quarta di copertinaNel nostro territorio e nella memoria collettiva della gente di Langa sono ancora ben presenti e vivi i segni visibili del tragico periodo della Resistenza, di cui l'episodio del Falchetto è una delle rappresentazioni più significative. Di fronte all'oppressione e alle angherie nazifasciste in questa nostra terra di antica storia, di tradizionale laboriosità, fatta di piccoli Comuni legati all'agricoltura, si sprigionarono un senso civico, uno spirito di ribellione e un grido di libertà, che hanno contraddistinto i cinque ragazzi del Falchetto, mossi da quel grande moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell'indipendenza del Nostro Paese.Indice testualePresentazione del Sindaco di Santo Stefano BelboPrefazione. Una nuova Resistenza di don Luigi Ciotti Introduzione di Antonella Saracco 1. I fatti e i ricordi, di Nicoletta Soave Liberati Premessa Le mie radici La guerra a Santo Stefano Belbo Aria di Resistenza Barba Tone, mio padre Mamma Sandra La rischiosa avventura La trafica alba del Falchetto In fondo al tunnel? Il mio racconto per Gazzetta d'Alba Una lettera a Giovanni Rocca Primo 2.La strage del Falchetto, di Mario Renosio 3.Donne dietro le linee nemiche, di Renato Grimaldi 4. Fare memoria per i giovani caduti al Falchetto, di Maria Adelaide Gallina 5.Volti e momenti per ricordare, di Nicoletta Soave Liberati 6. Abbracci "partigiani", di Antonella Saracco Biografia dell'autoreNicoletta Soave Liberati, nata a Santo Stefano Belbo, ha operato come staffetta partigiana nella brigata garibaldina di Primo Rocca e ha vissuto da vicino l'eccidio del Falchetto. Dal dopoguerra abita con la famiglia a Torino, dove ha lavorato presso l'ufficio diffusione di "Gazzetta del Popolo" e di "Tuttosport".Antonella Saracco, nata a Nizza Monferrato, vive a Govone. Professore a contratto presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università degli Studi di Torino, è autrice di numerose opere, tra cui la biografia di Stefania Belmondo Più veloce di aquile i miei sogni (Sperling & Kupfer, 2003) e Tra cielo e colline. Novelle in terra di vigne (Araba Fenice, 2010).
Nel nostro territorio e nella memoria collettiva della gente di Langa sono ancora ben presenti e vivi i segni visibili del tragico periodo della Resistenza, di cui l'episodio del Falchetto è una delle rappresentazioni più significative. Di fronte all'oppressione e alle angherie nazifasciste in questa nostra terra di antica storia, di tradizionale laboriosità, fatta di piccoli Comuni legati all'agricoltura, si sprigionarono un senso civico, uno spirito di ribellione e un grido di libertà, che hanno contraddistinto i cinque ragazzi del Falchetto, mossi da quel grande moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell'indipendenza del Nostro Paese.
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