Architettura civile n. 23/24, 2019
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Perchè dedicare questo numero di Architettura Civile a una città? Non si tratta di un omaggio rituale alla tradizione che si instaurò negli anni Sessanta, identificando la città come campo di studio e terreno di rifondazione disciplinare per il progetto di architettura. Per quanto tale riferimento abbia resistito nei decenni successivi, anche decretando l'affermazione a livello internazionale della linea teorica dell'architettura italiana, oggi non è concesso limitarsi a rievocare nostalgicamente gli apporti conoscitivi e finanche i fasti di quella stagione. L'attenzione critica ai fenomeni in atto nella trasformazione delle città denuncia l'evidente crisi di razionalità della metropoli contemporanea e non può non prendere atto del declino forse della conclusione dell'epopea del progetto urbano e degli apparati disciplinare che presero corpo e forma entro questa grande utopia della cultura architettonica italiana del Novecento.
Indice testualeQuanto vale Palermodi Angelo Torricelli Molte Palermo. Temi Angelo Torricelli, Giuseppe Di Benedetto All'ombra dei platani Andrea Sciascia Palermo vs Panormos Marcello Aprile Palermo tra innesti e piante originarie Giuseppe Di Benedetto L'invenzione della verità Gianluca Sortino Stralci di un'indagine urbana Giuseppe Ferrarella Una parte di città Vittorio Gregotti Carlo Scarpa e la Galleria Regionale della Sicilia Andra Sciascia "Artificare" lo spazio urbano: lo sguardo "altro" di Denisinni Elisabetta Di Stefano Il progetto "interludi silenziosi": gli Oratori di Serpotta come Luoghi della Città Salvatore Tedesco Alfabeti palermita intervista a Ippolito Pestellini Laparelli Francesca Belloni |
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