Architettura Civile n.16, 2017
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A cura di Francesca Belloni e Edoardo Colonna di Paliano.
In un'epoca di improvvise trasformazioni e ricorrenti capovolgimenti degli orizzonti culturali, in cui la variabile temporale tende a frantumarsi nella fruizione ludica e istantanea del presente, come possono le scuole di architettura continuare ad avere un ruolo fondamentale senza correre il rischio di contribuire alla formazione di una figura con competenze troppo generiche o, di contro, di un profilo eccessivamente settoriale, come apparentemente richiesto dalle dinamiche del mercato del lavoro? E' ancora valido il modello formativo basato sull'esperienza diretta del progetto di architettura, in cui l'acquisizione del saper fare è legata prevalentemente alle esperienze dei lavoratori e degli atelier, oppure, al contrario, le spinte verso un'organizzazione professionale di tipo aziendale e l'affermazione dei nuovi strumenti informatici obbligano ad un ripensamento di questa modalità di apprendimento? E' tuttora attuale l'idea che l'architetto progettista possa far convergere su di sè le diverse competenze disciplinari, oggi sempre più complesse e articolate, e che possa continuare a rappresentare la figura capace di rendersi garante dell'unità del progetto in tutte le sue parti? Si può ritenere che gli attuali corsi di laurea costituiscano la base necessaria al processo di maturazione dell'architetto, sia dal punto di vista professionale sia sotto il profilo culturale? All'interno di tale percorso, che ruolo può essere attribuito ai molteplici corsi post laurea oggi offerti, in un certo senso complementari nonchè concorrenziali alla formazione universitaria? Come sosteneva Adolf Loos, per avere un buon teatro "bisogna che vi si faccia della buona musica". Quali sono, quindi, gli strumenti di cui una scuola deve attrezzarsi per definire la propria riconoscibilità e il proprio profilo culturale? Come fa una scuola e, di conseguenza, a promuovere la propria identità, in modo che un giovane possa scegliere consapevolmente in base a un determinato orientamento? Il prestigio di una scuola di architettura è necessariamente legato alla presenza di alcune personalità di rilievo oppure può costruirsi sulla capacità di definire un orientamento condiviso nei confronti del progetto di architettura Quarta di copertinaIndice testualeIl progetto di architettura e la scuola. Cinque domande.Francesca Belloni, Davide Borsa, Edoardo Colonna di Paliano Interviste a: Mario Botta Arnaldo Cecchini Francesco Cellini Jean-Lous Cohen Claudio D'Amato Guerrieri Vittorio Gregotti Antonio Monestiroli Carlo Olmo L'utile e il necessario della scuola Angelo Torricelli Terra, luce, silenzio Lectio magistralis, 29 ottobre 2015 Paolo Zermani Progetti di Laurea per il Premio Mantero XIII edizione |
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