Braidesi tra terra, cielo e mare
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Alpini. Carabinieri. Marinai. Bersaglieri. Aviatori. Fanti. E altri ancora.
Vi è stato un tempo in cui, raggiunta la maggiore età, con la chiamata di leva e l'assegnazione a una di queste armi, ogni giovane affrontava l'esperienza che lo avrebbe consegnato all'età adulta: la naja. In moltissimi casi quell'esperienza, la ferma militare, non si concludeva con l'agognato foglio di congedo e il ritorno alla vita civile. Continuava a fruttare divenendo elemento costitutivo dell'identità del singolo inducendolo a iscriversi e, talvolta, a partecipar attivamente alla vita della propria associazione d'arma. Questo libro racconta, anche grazie a un ricco apparato fotografico, la Storia e le storie dei sodalizi d'arma braidesi, dalle origini al presente. Quarta di copertinaIn moltissimi casi la ferma militare, non si concludeva con l'agognato foglio di congedo e il ritorno alla vita civile. Un tempo si diceva che si è Sacerdos in aeternum, cioè che, una volta consacrati, si è sacerdoti per sempre. Allo stesso modo potremmo dire, senza essere profani, che si è alpini, bersaglieri o marinai in eterno, anche quando il cappello con la nappina, le mostrine cremisi e il solino azzurro non sono più vissuti quotidianamente, bensì deposti con attenzione nell'armadio. Infatti, l'esperienza maturata in quei mesi, anzi, per i più anziani, in quegli anni, non si disperde. Continua a fruttare e diviene elemento costitutivo dell'identità dei singoli, soprattutto quando, arrivati alla pensione e assolti gli obblighi famigliari più pressanti, si ha tempo e voglia di riscoprire e rivivere il proprio passato. Accade che, all'improvviso, oltre che marito, padre, giocatore di biliardo o camperista, ci si scopre anche alpino, marinaio, bersagliere.Indice testualeIntroduzioneIl gruppo alpino "Angelo Brero" La sezione dei carabinieri in congedo "Angelo Ballerini" La sezione dei bersaglieri "Giuseppe silvestro Vayra" Il gruppo dei marinai "Lorenzo Alessandria" Il nucleo dell'arma aeronautica La sezione del Fante "Giuseppe Gaia" Tra (pochi) genieri e (molti) artiglieri Tra volontari della Libertà e partigiani d'Italia La sezione dei combattenti alleati "Luigi Testa" Le sezioni dei Mutilati e invalidi di guerra e delle Madri e vedove dei caduti La sezione dell'Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi in guerra Il Gruppo Nastro Azzurro La sezione dei Combattenti e Reduci Ringraziamenti Indice dei nomi Biografia dell'autoreNato nel 1977 a Bra (Cn), Fabio Bailo ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Torino con una testi dedicata al turbolento periodo di storia braidese che va dalla prima guerra mondiale all'emergere del fascismo.Si scorgono in queste ricerche la passione per la Storia e le storie del territorio che portano Bailo nel 2005 a co-fondare, con Carlo Petrini, Gina Lagorio e Rosella Fissore, l'Istituto Storico di Bra e la rivista trimestrale Bra, o della felicità, pubblicaizone che dirige fino al 2011. Nel 2010 Bailo vince il dottorato di ricerca in Tradizioni linguistico letterarie nell'Italia antica e moderna presso l'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Ha pubblicato Paolo Farinetti e la XXI Brigata Matteotti "Fratelli Ambrogio" (Eataly, 2013), Riccardo Roberto, l'uomo che diede "gli otto giorni" al re (Edizoni Albesi, 013), Storie della vecchia Bra (Araba Fenice, 2014). Più recentemente ha curato il libro di Oscar Farinetti Mangia con il pane. Storia di mio padre, il comandante Paolo (Mondadori, 2015). Tra gli ultimi lavori editi Bra e dintorni. A spasso con Giovanni Arpino (Araba Fenice, 2017), Foto e fotografi a Bra tra '800 e '900 (Nerosubianco, 2018) e Il presepe a Bra (Araba Fenice, 2018).
In moltissimi casi la ferma militare, non si concludeva con l'agognato foglio di congedo e il ritorno alla vita civile. Un tempo si diceva che si è Sacerdos in aeternum, cioè che, una volta consacrati, si è sacerdoti per sempre. Allo stesso modo potremmo dire, senza essere profani, che si è alpini, bersaglieri o marinai in eterno, anche quando il cappello con la nappina, le mostrine cremisi e il solino azzurro non sono più vissuti quotidianamente, bensì deposti con attenzione nell'armadio. Infatti, l'esperienza maturata in quei mesi, anzi, per i più anziani, in quegli anni, non si disperde. Continua a fruttare e diviene elemento costitutivo dell'identità dei singoli, soprattutto quando, arrivati alla pensione e assolti gli obblighi famigliari più pressanti, si ha tempo e voglia di riscoprire e rivivere il proprio passato. Accade che, all'improvviso, oltre che marito, padre, giocatore di biliardo o camperista, ci si scopre anche alpino, marinaio, bersagliere.
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