Narrare le distanze
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Questo è un libro collettivo, frutto dell'impegno e della passione per la scuola dei tanti che hanno collaborato alla sua realizzazione: docenti, organi collegiali, personale ATA, dirigente scolastico, editore. Ma è soprattutto il frutto del lavoro dei nostri allievi dell' IC Sobrero: dai bambini delle nostre scuole dell'infanzia L. Viano e N. Ghigliano, ai bambini della scuola primaria L. Einaudi fino ai ragazzi della scuola secondaria di I grado L. Da Vinci. Sono loro gli attori protagonista di questo percorso e di questa narrazione a più voci, dove distanza è mille cose diverse: distanza geografica, da terre, usi e costumi lontani ma serbati nel cuore e vicini alla memoria e negli affetti. O ancora: distanza come scarto tra realtà e desiderio, tra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse, tra ciò che siamo e chi vorremmo essere. O ancora: distanza da parametri di giudizio e misura che stabiliscono cosa sia la normalità e ne definiscono i confini. Ciò che colpisce nei lavori di questi nostri bambini è che - anche quando la distanza suscita sentimenti dolorosi e tristi come la nostalgia, il vuoto dell'assenza, il disagio per la propria diversità - i colori sono sempre vivi e la speranza fa sempre capolino tra i tratti vergati a fatica. Forse, la spiegazione di questo ottimismo di sottofondo è che, nonostante le difficoltà e condizioni di vita talvolta precarie, nel cuore dei nostri bambini e adolescenti è serbata comunque, tenacemente, una speranza. E questa speranza è figlia di un sogno: il sogno di un ricongiungimento o di un ritorno, di un nuovo legame che colmi le assenze, di un nuovo sguardo che finalmente muti la diversità in ricchezza, aprendo le porte dell'accettazione e all'accoglienza. il meraviglioso dei nostri bambini e dei nostri adolescenti è mirabilmente raccolto in queste pagine: le loro speranze, la travolgente fiducia nelle forze risanatrici della vita, i loro sogni sui futuri mondi possibili. Ci insegnano molto, i bambini. Innnanzitutto che senza sogni non c'è possibilità di crescita, non c'è la spinta necessaria per affrontare quel viaggio imprevedibile e talvolta difficoltoso che è la vita. Non c'è la possibilità di rialzarsi dopo una caduta e continuare il proprio cammino. In una parola: senza sogni non c'è futuro. Questo è un potente messaggio rivolto a noi adulti, genitori ed educatori innanzitutto: dobbiamo tentare di essere all'altezza delle speranze e dei sogni dei giovanissimi e dei giovani. Ascoltarli. Dar loro fiducia. Sostenerli nel percorso di vita che vorranno intraprendere. Farli sentire amati anche quando cadono. Evitando di deprimerli col nostro criticismo e la nostra amarezza. Di caricarli delle nostre paure. Di tentare di fare di loro quello che avremmo noi stessi voluto essere ma non siamo riusciti a diventare. Noi adulti, a mio avviso, abbiamo alcuni compiti fondamentali: tenere alta la fiducia dei nostri bambini e giovani; sostenere la loro speranza e incoraggiarli a provare e riprovare; insegnare loro a cadere e rialzarsi mille e mille volte. Non a fare tutto bene subito: ma avere la forza, qualsiasi sia il loro punto di partenza, di migliorarsi continuamente per colmare le distanze tra ciò che è e ciò che desiderano, di cadere e rialzarsi con dignità e tenacia, di credere in se stessi e di accettare le sfide che ogni giorno la vita ci pone davanti. Come dice una scritta posta in una nostra aula di scuola primaria: nessun bambino è perduto se c'è un maestro che crede in lui. Auguro col cuore a tutti i bambini di trovare maestri che credano in loro e a tutti gli adulti di essere all'altezza di questo alto compito.
Indice testualePrefazione della Dirigente Patrizia VendittiPesentazione di Gian Maria Aliberti Gerbotto Disegni in copertina Scuola dell'Infanzia "Ghigliano" Scuola dell'Infanzia "Lucia Viano" Scuola Primaria "Luigi Einaudi" Scula Media Secondaria di 1° grado "Da Vinci" |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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