Trincee del Carso
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Il diario di guerra di Bernardo Zambado scritto giorno per giorno nel contesto degli eventi, senza sapere come si sarebbero conclusi, a differenza di molti altri testi definiti "diari" dagli autori per significare il carattere veritiero, preciso e spesso giornaliero della narrazione, ma scritti a posteriori, in omaggio alla convinzione, profondamente interiorizzata, sul carattere memorabile degli eventi testimoniati e quindi tecnicamente classificabili come memorie.
Diario scritto - come tanti - da un contadino che ha completato il ciclo delle elementari frequentandone tre anni, e che quindi padroneggia la calligrafia ma mostra incertezze nella corretta separazione delle parole o nell'uso delle doppie e dei segni diacritici quali l'apostrofo - come ci mostrano le immagini dell'originale manoscritto qui opportunamente pubblicate insieme alla trascrizione. E che tuttavia non si limita, malgrado la relativa brevità del testo, a fornire scarne notizie sugli spostamenti e i compiti via via affrontati, alle circostanze minute della vita quotidiana al fronte, ma riesce a introdurci nelle dimensioni estreme della guerra di massa, sfociata nella produzione di morte su scala industriale, quale fu il primo conflitto mondiale. Un diario drammaticamente interrotto dalla morte del protagonista, pochi mesi dopo la sua partenza, giunto fortunosamente ai familiari, e attraverso di essi fino a noi, per vie che restano sconosciute. Quarta di copertinaIn ottemperanza al decreto di Mobilitazione Generale del 22 maggio 1915, Bernardo Zambado si presenta al Distretto militare di appartenenza. Acquartierato per alcuni giorni in una caserma di Alessandria, resta in attesa di conoscere il reparto assegnatogli e la data di partenza per la zona di guerra. Il 28 maggio, ritirando la divisa e il corredo personale, apprende, dal fregio scritto sul berretto, di essere inquadrato nel 155° Reggimento Fanteria Alessandria, reparto destinato ad operare sul Carso.Nei giorni precedenti la partenza, i neo-arruolati godevano di una discreta libertà di movimento: Bernardo ne approfittò per raggiungere più di una volta Rivalta e passare ancora qualche ora in compagnia di moglie e genitori. Il primo giugno Bernardo parte su una tradotta diretta al fronte, portando sicuramente con sè una penna stilografica. Ignoriamo se gli fosse stata donata dai parenti, come era d'uso fare allora ai militari in partenza per la guerra, oppure se fosse stata acquistata da Bernardo in una cartoleria di Alessandria, nei giorni di sosta in Alessandria. Con quella penna, il giovane contadino rivaltese non si limitò a scrivere la corrispondenza diretta a parenti e a conoscenti, ma - già nella stessa serata del primo giugno, durante il viaggio in tradotta - traccia, su di un taccuino dalla copertina nera zigrinata, la prima delle 71 pagine del suo diario di guerra: documento di straordinaria bellezza e di grande interesse. 1915-2015: da quei tragici giorni sono passati cent'anni. Tutti i protagonisti di questa vicenda, anche quelli tornati dal fronte, non sono più, ovviamente, tra noi. Dello stesso Bernardo, nella memoria dei Rivaltesi, rimangono solo labili tracce, forse anche perchè la sua famiglia si è esitnta parecchi anni fa. La pubblicazione del suo diario è destinata a far rivivere - e, pensiamo, non solo a Rivalta Bormida - il ricordo di Bernardo Zambado, soldato del 155° Reggimento Fanteria Alessandria, Terza Compagnia, numero 2179 dimatricola, caduto il 21 ottobre 1915 nella Conca di San Martino del Carso, "nell'adempimento del suo dovere". Indice testualeIntroduzione del prof. Antonio GibelliChi era Bernardo Zambado Il diario La "Grande Guerra" Un esercito di contadini Il 155° Reggimento Fanteria Il pugno di ferro Il valloncello dell'albero isolato La trascrizione del diario Appendice Il manoscritto Le due pagine ritrovate I commilitoni citati nel diario I Rivaltesi che non tornarono Bibliografia Biografia dell'autoreGigi Vacca è nato ad Orsara Bormida il 30 novembre 1935.Dopo aver insegnato per 12 anni nelle scuole elementari, ricoprì fino al suo collocamento a riposo, il ruolo di coordinatore amministrativo della Scuola Media di Rivalta Bormida, Comune nel quale attualmente risiede. E' stato Sindaco di Orsara e Assessore alla Pubblica istruzione dell'Amministrazione Provinciale di Alessandria. Attualmente è Presidente dell'Associazione Ursaria che gestisce il Museo Etnografico della Civiltà Contadina e, in qualità di coordinatore, collabora alla redazione de "L'ORSO", pubblicazione quadrimestrale della medesima Associazione. E' autore del libro Uvallare, santuario di cinque paesi, stampato nel 2010 dalla Tipografia Ferrando di Molare (AL) e - insieme alle colleghe Elisabetta Farinetti e Egidia Pastorino - è coautore delle due pubblicazioni 'Na quintula, le immagini e la memoria, edito nel 2002, sempre dalla Tipografia Ferrando e 'Na quintula, dieci anni dopo, uscito nel 2013, con i tipi dell'Editrice Impressioni Grafiche di Acqui Terme.
In ottemperanza al decreto di Mobilitazione Generale del 22 maggio 1915, Bernardo Zambado si presenta al Distretto militare di appartenenza. Acquartierato per alcuni giorni in una caserma di Alessandria, resta in attesa di conoscere il reparto assegnatogli e la data di partenza per la zona di guerra. Il 28 maggio, ritirando la divisa e il corredo personale, apprende, dal fregio scritto sul berretto, di essere inquadrato nel 155° Reggimento Fanteria Alessandria, reparto destinato ad operare sul Carso.
Nei giorni precedenti la partenza, i neo-arruolati godevano di una discreta libertà di movimento: Bernardo ne approfittò per raggiungere più di una volta Rivalta e passare ancora qualche ora in compagnia di moglie e genitori. Il primo giugno Bernardo parte su una tradotta diretta al fronte, portando sicuramente con sè una penna stilografica. Ignoriamo se gli fosse stata donata dai parenti, come era d'uso fare allora ai militari in partenza per la guerra, oppure se fosse stata acquistata da Bernardo in una cartoleria di Alessandria, nei giorni di sosta in Alessandria. Con quella penna, il giovane contadino rivaltese non si limitò a scrivere la corrispondenza diretta a parenti e a conoscenti, ma - già nella stessa serata del primo giugno, durante il viaggio in tradotta - traccia, su di un taccuino dalla copertina nera zigrinata, la prima delle 71 pagine del suo diario di guerra: documento di straordinaria bellezza e di grande interesse. 1915-2015: da quei tragici giorni sono passati cent'anni. Tutti i protagonisti di questa vicenda, anche quelli tornati dal fronte, non sono più, ovviamente, tra noi. Dello stesso Bernardo, nella memoria dei Rivaltesi, rimangono solo labili tracce, forse anche perchè la sua famiglia si è esitnta parecchi anni fa. La pubblicazione del suo diario è destinata a far rivivere - e, pensiamo, non solo a Rivalta Bormida - il ricordo di Bernardo Zambado, soldato del 155° Reggimento Fanteria Alessandria, Terza Compagnia, numero 2179 dimatricola, caduto il 21 ottobre 1915 nella Conca di San Martino del Carso, "nell'adempimento del suo dovere". |
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