Quaranta novelle della globalizzazione
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Il mondo è un villaggio. Non ci spostiamo più a piedi (se non i pellegrini verso Santiago) ma piuttosto con gli aerei, sempre più veloci, sempre più ovunque. Sia per lavoro, che per turismo, il viaggio è una costante quotidiana. Le distanze sono azzerate, il folklore del mondo non è più leggenda, ma una visione quasi normale.
Bruno Solaro, con ironia e leggerezza, ci narra del nostro pianeta ravvicinato, dove le merci e le persone sono sballottate da un porto all'altro, da un aeroporto all'altro. Come container, come uccelli migratori. Il mondo è piccolo, sempre più piccolo. Ma è sempre un bene? Quarta di copertinaLa sposa iniziò a ballare; a poco a poco, invitò anche altri a salire e a formare, anche lì sopra, una di quelle file che ho decritto prima. E la fila fece in fretta a formarsi! Dodici, quindici persone che ballavano fianco a fianco e, come sul prato, si spostavano da destra a sinistra e viceversa.Quando la fila si fu ingrossata, andando verso un lato, gli ultimi si trovavano sospinti verso il precipizio! Così, o cadevano nel prato, o si buttavano di proposito per evitare di essere spinti dagli altri. Caduti questi da una parte, la fila si spostava danzando sull'altro lato e anche qui, un pò di resistenza, poi..."Patapun!", giù nel prato! Il fatto è che, come i ballerini cadevan giù di lato, erano subito sostituiti da altri che, sulla scaletta, facevano la coda per entrare nel gruppo. E la festeggiata, sudata come se avesse corso una maratona a quaranta gradi col cento per cento di umidità, continuava imperterrita a danzare nel suo pomposo vestito nuziale ormai ingrigito; e non si preoccupava di chi era caduta giù, tanto lei era sempre in posizione centrale, e poi era la protagonista, tant'è che Ezio non riuscì mai a individuare chi fosse lo sposo. Biografia dell'autoreBruno Solaro nasce a Govone (CN) nel 1949. Diplomato Geometra entra in Ferrero nel settembre 1972 dove rimane fino a novembre 2000 occupandosi di Organizzazione e Informatica sia in Italia sia in tutto il mondo.Dal dicembre 2000 lavora in una SIM italiana di "Trading Online" fino ad aprile 2008. Appassionato di podismo usa le sue scarpette in giro per il mondo, nel frattempo corre anche 3 maratone in Italia. Oggi è editore del giornale online www.atnews.it "Quotidiano online di Asti e del Monferrato". Presso Araba Fenice ha pubblicato "Scarpette e cioccolato" (2014).
La sposa iniziò a ballare; a poco a poco, invitò anche altri a salire e a formare, anche lì sopra, una di quelle file che ho decritto prima. E la fila fece in fretta a formarsi! Dodici, quindici persone che ballavano fianco a fianco e, come sul prato, si spostavano da destra a sinistra e viceversa.
Quando la fila si fu ingrossata, andando verso un lato, gli ultimi si trovavano sospinti verso il precipizio! Così, o cadevano nel prato, o si buttavano di proposito per evitare di essere spinti dagli altri. Caduti questi da una parte, la fila si spostava danzando sull'altro lato e anche qui, un pò di resistenza, poi..."Patapun!", giù nel prato! Il fatto è che, come i ballerini cadevan giù di lato, erano subito sostituiti da altri che, sulla scaletta, facevano la coda per entrare nel gruppo. E la festeggiata, sudata come se avesse corso una maratona a quaranta gradi col cento per cento di umidità, continuava imperterrita a danzare nel suo pomposo vestito nuziale ormai ingrigito; e non si preoccupava di chi era caduta giù, tanto lei era sempre in posizione centrale, e poi era la protagonista, tant'è che Ezio non riuscì mai a individuare chi fosse lo sposo. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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