Un passo dopo l'altro
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Camminare per raccontare. Memorie, racconti, sogni, filosofie. Andando a piedi tra i campi, sulle montagne, ai rifugi, sulle vette. Bottin non smette mai di narrare, dentro di sè, oppure ai compagni di viaggio. Così nasce Un passo dopo l'altro, un libro di tante storie, a volte personali, a volte appartenenti alla Grande Storia. Le battaglie contro i francesi, il terrorismo, la Rivoluzione che penetra nei paesi del Piemonte, l'Italia contadina che diventa industriale. E accanto la propria storia, i ricordi gioiosi e drammatici di tutta una vita.
Pagine di nostalgia, di pura letteratura, comunque sempre scritte "un passo dopo l'altro". Quarta di copertinaInfatti gli incidenti non mancavano! E un pò di gente ci ha lasciato la pelle contro i platani.Una sera, era inverno, ce ne fu uno buffo. Un ragazzo su una macchina proveniente da Pinerolo, prese la curva un pò troppo veloce e finì dritto nel prato davanti a casa nostra capottando un paio di volte. I miei genitori corsero fuori, come facevano ogni volta che c'era un incidente, cioè quasi tutte le settimane, per aiutare il tipo che per fortuna era uscito dalla vettura con pochi graffi e solo un poco barcollante. Dopo una telefonata, la macchina fu spinta proprio nel nostro cortile, dove rimase per una decina di giorni. Era una Renault 8 color canna da zucchero, mi ricordo, e soprattutto mi torna in mente che nei giorni seguenti io, incuriosito, avevo esplorato attentamente l'interno della vettura. Il proprietario amava la musica, evidentemente e nella macchina teneva un mangiadischi giallo a pile e parecchi dischi. Ce n'erano di Antoine e forse il tizio gli assomigliava pure con quei baffetti tipo Alain Delon e poi 45 giri di Nada, Morandi, Massimo Ranieri e altri che non ricordo. Io tutti i giorni prendevo questi dischi e me li portavo in casa per ascoltarli sul mio giradischi. Poi li riponevo con cura nella macchina, per andare a riprenderli il giorno seguente. Penso che avrei proseguito così per anni, se non fosse che dopo pochi giorni il ragazzo tornò a riprendersi la vettura, in compagnia di un carro attrezzi e con lei anche tutti i miei amati dischi. Indice testualeParte PrimaPensieri camminanti Inizio Camminare Parte Seconda Stagioni camminanti Primavera Nonna Lucia La Rivoluzione Libertà Maestra Confine Estate Incontri ravvicinati Statale 23 Tutto viene dalla terra Per un centimetro in più Autunno Cosa c'era prima Marsaglia Melia uva castagne Miracolo Inverno Il tempo dell'interscuola La nascita della Costituzione Il volo Città sconosciuta Marco Biografia dell'autoreCandido Bottin è nato a Pinerolo e da sempre vive a Scalenghe. Architetto per professione, scrittore per passione, si occupa di storia locale e di territorio. "Un passo dopo l'altro" è la sua quarta fatica letteraria dopo "Il Confine" 2007 ed. Boopen, "La chiesa nuova" 2009 ed. Boopen e "Pianura" 2013 edito da Araba Fenice.
Infatti gli incidenti non mancavano! E un pò di gente ci ha lasciato la pelle contro i platani.
Una sera, era inverno, ce ne fu uno buffo. Un ragazzo su una macchina proveniente da Pinerolo, prese la curva un pò troppo veloce e finì dritto nel prato davanti a casa nostra capottando un paio di volte. I miei genitori corsero fuori, come facevano ogni volta che c'era un incidente, cioè quasi tutte le settimane, per aiutare il tipo che per fortuna era uscito dalla vettura con pochi graffi e solo un poco barcollante. Dopo una telefonata, la macchina fu spinta proprio nel nostro cortile, dove rimase per una decina di giorni. Era una Renault 8 color canna da zucchero, mi ricordo, e soprattutto mi torna in mente che nei giorni seguenti io, incuriosito, avevo esplorato attentamente l'interno della vettura. Il proprietario amava la musica, evidentemente e nella macchina teneva un mangiadischi giallo a pile e parecchi dischi. Ce n'erano di Antoine e forse il tizio gli assomigliava pure con quei baffetti tipo Alain Delon e poi 45 giri di Nada, Morandi, Massimo Ranieri e altri che non ricordo. Io tutti i giorni prendevo questi dischi e me li portavo in casa per ascoltarli sul mio giradischi. Poi li riponevo con cura nella macchina, per andare a riprenderli il giorno seguente. Penso che avrei proseguito così per anni, se non fosse che dopo pochi giorni il ragazzo tornò a riprendersi la vettura, in compagnia di un carro attrezzi e con lei anche tutti i miei amati dischi. |
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