Caffè alla vaniglia
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Un quaderno rosso da cui affiorano i ricordi di famiglia. Come in un teatrino di paese, sfilano uno a uno i personaggi portando in scena le loro storie in bilico tra il tragico e il grottesco, ma sempre condite con ironia e un pizzico di poesia. Una narrazione autobiografica che abbraccia tre generazioni e affonda le radici nella provincia piemontese, in un mondo che non c'è più, per arrivare fino ad oggi. Il ritratto a vivaci pennellate di un'umanità genuina e disarmante.
Quarta di copertinaPassavamo le nostre estati nella casa paterna di nonna, dove viveva suo fratello Giulio, il più giovane. Lei si vantava di averlo allattato: un tempo succedeva che la figlia maggiore mettesse al mondo un bambino e sua madre partorisse l'ultimo figlio. Non per scelta. Gli uomini allora seguivano solo l'istinto. D'altro canto distrazioni non ve n'erano.Il mio bisnonno conosceva solo il lavoro, tanto e duro. Per fare più lesto veniva a tavola con sulle spalle la macchina per dare alle viti il verderame. Non se la toglieva nemmeno per mangiare. Un boccone e via: di nuovo giù per la valle, nelle vigne, a curarle, potarle. Così per tutto il giorno. Era da solo a lavorare e in seguito iniziò ad istruire i figli. Cominciava richiamandoli all'alba. Dall'aia risuonava forte l'eco dei loro nomi e i figli prontamente si presentavano con spontaneo entusiasmo al cospetto del genitore che nell'attesa si era prodoto nell'elencazione dei santi conosciuti sul calendario.
Passavamo le nostre estati nella casa paterna di nonna, dove viveva suo fratello Giulio, il più giovane. Lei si vantava di averlo allattato: un tempo succedeva che la figlia maggiore mettesse al mondo un bambino e sua madre partorisse l'ultimo figlio. Non per scelta. Gli uomini allora seguivano solo l'istinto. D'altro canto distrazioni non ve n'erano.
Il mio bisnonno conosceva solo il lavoro, tanto e duro. Per fare più lesto veniva a tavola con sulle spalle la macchina per dare alle viti il verderame. Non se la toglieva nemmeno per mangiare. Un boccone e via: di nuovo giù per la valle, nelle vigne, a curarle, potarle. Così per tutto il giorno. Era da solo a lavorare e in seguito iniziò ad istruire i figli. Cominciava richiamandoli all'alba. Dall'aia risuonava forte l'eco dei loro nomi e i figli prontamente si presentavano con spontaneo entusiasmo al cospetto del genitore che nell'attesa si era prodoto nell'elencazione dei santi conosciuti sul calendario. |
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