Il diario di Maria
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Margherita realizza finalmente il suo sogno: andare a vivere in montagna, in una borgata abbandonata. Trova una casa che ha un passato straodinario. E grazie al cuo cane scopre il diario di Maria, la donna che un tempo abitava lì. Iniza così la grande storia, prima e durante la seconda guerra mondiale. Una vicenda d'amore e di morte. Il libro di Cinzia Dutto parla di montagna, di partigiani, di vita vissuta e sognata. Una storia di donne che non si arrendono mai.
Quarta di copertinaEra durissima arrivare a scuola, con gli zoccoli ai piedi sia con la pioggia sia con la neve e con quei calzettoni che solo a toccarli già pizzicavano la pelle figuriamoci ad indossarli. Avevo sempre i piedi piagati anche perché erano perennemente freddi. Quante volte dovetti combattere per andare davvero a scuola e non nascondermi in qualche stalla al caldo ma la mia voglia di conoscere e la mia curiosità avevano sempre il sopravvento così con la mia mantellina rossa ormai lisa, il ceppo di legno, da dare alla maestra per riscaldare l'aula, e la misera cartella di quarta mano per tutto l'anno scolastico ero sempre la prima ad arrivare a lezione ed ero anche la più studiosa nonostante il mio tempo per i libri fosse davvero ristretto con tutte le faccende che ero costretta a fare a casa. Riuscii a frequentare solo fino alla quinta elementare, un lusso per quei tempi ma per me un dispiacere perché non mi bastava solo sapere leggere e scrivere volevo sapere di più. "Ninin ma che ti serve studiare di più? Tanto anche tu farai la lavandaia come me!" Biografia dell'autoreCinzia Dutto nasce a Cuneo nel 1974. Fin da bambina è appassionata di montagna che impara ad amare grazie al nonno materno, figura carismatica per lei molto importante. Curiosa della vita ed amante degli animali per molti anni si occupa di Pet Therapy utilizzando la sua sensibilità e conoscenza per promuovere il benessere nelle persone. La ricerca delle buone storie e i ricordi dell’infanzia con il nonno partigiano la portano a scrivere questo romanzo perché solo durante il dolore e la perdita si può trovare un senso al tutto. La nostra scatola del buon vivere è la nostra bussola quotidiana. Questo è il suo primo romano storico ambientato tra le montagne del suo amato Piemonte. Era durissima arrivare a scuola, con gli zoccoli ai piedi sia con la pioggia sia con la neve e con quei calzettoni che solo a toccarli già pizzicavano la pelle figuriamoci ad indossarli. Avevo sempre i piedi piagati anche perché erano perennemente freddi. Quante volte dovetti combattere per andare davvero a scuola e non nascondermi in qualche stalla al caldo ma la mia voglia di conoscere e la mia curiosità avevano sempre il sopravvento così con la mia mantellina rossa ormai lisa, il ceppo di legno, da dare alla maestra per riscaldare l'aula, e la misera cartella di quarta mano per tutto l'anno scolastico ero sempre la prima ad arrivare a lezione ed ero anche la più studiosa nonostante il mio tempo per i libri fosse davvero ristretto con tutte le faccende che ero costretta a fare a casa. Riuscii a frequentare solo fino alla quinta elementare, un lusso per quei tempi ma per me un dispiacere perché non mi bastava solo sapere leggere e scrivere volevo sapere di più. "Ninin ma che ti serve studiare di più? Tanto anche tu farai la lavandaia come me!" |
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