La scuola dimenticata
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Decine di insegnanti, in prevalenza maestre, centinaia di alunni, ricordi, testimonianze, memorie. In questo nuovo libro Donato Bosca e gli arvangisti impegnati a mantenere vive le storie scolastiche più variegate tornano protagonisti.
Intorno a loro le voci del territorio, i documenti, le immagini e tante scolaresche in posa nelle situazioni più interessanti. Dal sapiente impasto di tanti ingredienti nasce questo libro, un volume dalle tante facce, irrequieto e sorprendente. Una lettura da consigliare per incontrare vicende realmente accadute e inattesi colpi di scena. Ci auguriamo che dalle notizie e dalle riflessioni si possano aprire nuove prospettive per gli studenti e i loro insegnanti, coinvolgendo le famiglie. Quarta di copertinaA scuola andavamo a piedi e un anno sono rimasto bocciato; la maestra era severa, mi sgridava sempre e io l'ho detto che non volevo nè scrivere nè leggere! La maestra ha chiamato mia mamma e le ha detto che di me non sapeva più cosa farne. L'anno dopo c'era un'altra maestra, mi ha preso alle buone, mi sono messo a fare i compiti, a studiare la lezione. La leggevo al massimo due volte e la sapevo tutta a memoria; i problemi risolti li conservo ancora adesso. Sono andata da lei quattro anni, mi ha saputo prendere, mi rispettava. Finita la scuola sono partito a fare il servitore, ero già andato l'estate prima, quando invece di fare 4 mesi di vacanza ne avevo fatti 5, perdendo un mese di scuola. Mia mamma aveva chiesto alla maestra e la maestra aveva detto che un mese è lungo...Io quell'estate ero a Trezzo e il padrone mi aveva promesso 500 lire se stavo un mese in più. Mi aveva detto: "Se stai fino ad ottobre ti do 500 lire". Ho portato a casa a mia madre quel 500 lire ed era come se avessi portato a casa dell'oro. Quando sono tornato a scuola la maestra mi ha invitato a darmi da fare e a non perdere più nemmeno un giorno, ma io sono arrivato alla mira degli altri".Biografia dell'autoreDonato Bosca (Magno 1951) esercitando il suo originale "mestiere di scrivere" si è mosso in diverse direzioni: superstizioni e credenze popolari, gli emigranti piemontesi, il come eravamo nelle Langhe, infine il libro sulla fatica dello scrivere dei contadini. Con altri autori e la rivista langhe cultura e territorio, promuove il recupero di storie, vicende ed eventi che hanno portato in evidenza personaggi meritevoli di attenzioni.Gli piace ricordare di essere in prima linea sul fronte della cultura diffusa da trent'anni e di avere pubblicato 30 libri. La sua passione sono i racconti brevi ma dopo una partenza sparata con Dentro le segrete cose e Il libro del comando, entrambi più volte ristampati, resta in penombra, incerto sul da farsi. Racconti di masche e Io parto per la Merica con La domenica che anche Dio stava nascosto i volumi più apprezzati dai suoi lettori.
A scuola andavamo a piedi e un anno sono rimasto bocciato; la maestra era severa, mi sgridava sempre e io l'ho detto che non volevo nè scrivere nè leggere! La maestra ha chiamato mia mamma e le ha detto che di me non sapeva più cosa farne. L'anno dopo c'era un'altra maestra, mi ha preso alle buone, mi sono messo a fare i compiti, a studiare la lezione. La leggevo al massimo due volte e la sapevo tutta a memoria; i problemi risolti li conservo ancora adesso. Sono andata da lei quattro anni, mi ha saputo prendere, mi rispettava. Finita la scuola sono partito a fare il servitore, ero già andato l'estate prima, quando invece di fare 4 mesi di vacanza ne avevo fatti 5, perdendo un mese di scuola. Mia mamma aveva chiesto alla maestra e la maestra aveva detto che un mese è lungo...Io quell'estate ero a Trezzo e il padrone mi aveva promesso 500 lire se stavo un mese in più. Mi aveva detto: "Se stai fino ad ottobre ti do 500 lire". Ho portato a casa a mia madre quel 500 lire ed era come se avessi portato a casa dell'oro. Quando sono tornato a scuola la maestra mi ha invitato a darmi da fare e a non perdere più nemmeno un giorno, ma io sono arrivato alla mira degli altri".
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