Storie della vecchia Bra
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"Un paese ci vuole", ammoniva con preveggenza Cesare Pavese. Avere un paese significa in primo luogo conoscerne la Storia. E, ancora di più, le storie. Infatti, se è la Storia, quella maiuscola e declinata al singolare, ad attraversare, coinvolgere e talvolta sconvolgere la vita di tutti, sono le storie, quelle minuscole e al plurale, a dare senso al tempo e alla collettività. Da anni Fabio Bailo mappa il fiume carsico della Storia e delle storie braidesi. Qui ha riunito 13 contributi che lumeggiano pagine importanti della vita economica e sociale della Bra novecentesca. Saltando a piè pari l'epopoea conciaria, troppo nota per essere qui nuovamente illustrata, preso per mano dall'autore, il lettore può aggirarsi tra gli abiti di carta dei fratelli Lorenzon, sbirciare all'interno dei mulini cittadini, conoscere il mondo ortolano e apprezzare la fatica e l'orgoglio dei fornaciai cui si deve, letteralmente, la costruzione della città. E ancora, il lettore può vagare nei capannoni della Rolfo, conoscere meglio l'impero caseario e norcino di Giuseppe Barosi, seguire passo passo un secolo di arte fotografica e cinematografica, di dedizione veterinaria e di pietà fubebre all'ombra della Zizzola. Oppure, più semplicemente, può godersi gli aromi della torrefazione Bruna, magari prima di immergersi tra le botteghe della via Pollenzo che fu. Queste e altre sono le storie della vecchia Bra che qui rivivono. Quarta di copertina"Un paese ci vuole", ammoniva con preveggenza Cesare Pavese. Avere un paese significa in primo luogo conoscerne la Storia. E, ancora di più, le storie. Infatti, se è la Storia, quella maiuscola e declinata al singolare, ad attraversare, coinvolgere e talvolta sconvolgere la vita di tutti, sono le storie, quelle minuscole e al plurale, a dare senso al tempo e alla collettività. Questo libro è dedicato ad alcune piccole, grandi storie individuali e collettive che hanno punteggiato il Novecento braidese. Indice testualeIntroduzione L'età dell'innocenza, di Gianni Farinetti. "Bra, la Manchester dei cavoli". Giuseppe Barosi, il norcino che fondò un impero. Le fornaci braidesi. L'epopea fangosa degli s-ciancanita. Mulini e mugnai. Rolfo, i cartunè che hanno fatto viaggiare il mondo. Da Bra a Hollywood (andata e ritorno). La straordinaria storia dei fratelli Lorenzon. "Il lampo, soltanto il lampo di una fotografia". Un secolo di fotografia a Bra. Un secolo di cinema all'ombra della Zizzola. Quando i funerali erano di classe. Il commiato tra Otto e Novecento. Veterinai, apostoli delle masse rurali. Quel negozio in via Pollenzo. La torrefazione Bruna. C'erano una volta le case chiuse. Indice dei nomi "Un paese ci vuole", ammoniva con preveggenza Cesare Pavese. Avere un paese significa in primo luogo conoscerne la Storia. E, ancora di più, le storie. Infatti, se è la Storia, quella maiuscola e declinata al singolare, ad attraversare, coinvolgere e talvolta sconvolgere la vita di tutti, sono le storie, quelle minuscole e al plurale, a dare senso al tempo e alla collettività. Questo libro è dedicato ad alcune piccole, grandi storie individuali e collettive che hanno punteggiato il Novecento braidese. |
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