La guerra di Franco Tasso
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L'ufficiale Federico Tessiore, tenente effettivo dell'esercito e comandante di una batteria contraerea da 90/53 - con centoquarantatrè artiglieri, sei sottufficiali, quattro ufficiali - di stanza a Civitavecchia e aggregata al reggimento d'artiglieria della divisione Piave, racconta la sua guerra che, a partire dall'8 settembre '43, lo vede protagonista, con il nome di Franco Tasso, di missioni di "intelligence" organizzate dai comandi Alleati.
Preso in forza dal X Raggruppamento Motocorazzato Italiano comandato dalle Special Forces Britanniche Number One, per suo espresso desiderio di appartenere sempre all'esercito italiano, opera sotto il comando dell'ufficiale della RAF, Adrian Betts, del maggiore svedese Malcolm Munthe e del tenente inglese Sylvester (Max Salvadori). Le prime missioni lo impegnano nell'Italia meridionale; in seguito, sua zona d'azione diventa il Nord Italia. Quarta di copertinaLa notte, Tasso non riuscì a dormire: non voleva confessarlo a nessuno, ma aveva una gran paura. Quella notte piovve con abbondanza, ma alla mattina il cielo bianco di nuvole era discretamente luminoso, pur se il suolo dell'aeroporto di Brindisi, ove si recarono sul traballante autocarro, appariva chiazzato di grandi pozzanghere. Si levarono in volo su un aereo italiano: un Savia-Marchetti. V'erano anche il maldestro generale polacco e il men vecchio aiutante. Sull'aereo, Tasso notò subito il grande portellone apribile da cui essi avrebbero dovuto lanciarsi e, sulla parete opposta, il lungo cavo di acciaio da cui pendevan le controfuni di vincolo a cui le loro funi si sarebbero dovute allacciare. L'aereo si levò nel cielo: Tasso ricordò l'unico suo volo precedente, quando suo padre l'aveva portato con sè a Imperia su un piccolo aereo che, a pagamento, faceva sperimentare l'emozione di dieci minuti di volo. In quell'occasione aveva apprezzato i versi di Marinetti, che vede "il mare erigersi muro blu": allora s'era sentito felice; adesso era quasi terrorizzato da quel prossimo salto nel vuoto.Indice testualeIntroduzionePrefazione Brevi note sul libro. Un doveroso ricordo Capitolo I Nascita a 26 anni Capitolo II Il comitato di Roma e la fuga dal campo di lavoro Capitolo III Convalescenza e prospettive Capitolo IV L'addestramento e l'amico Gavino Capitolo V Piani d'azione e false partenze Capitolo VI Mario e Giuseppe: il vero inizio Capitolo VII Slalom fra i crolli d'organizzazioni Capitolo VIII Finalmente in Val Susa Capitolo IX Aldo laghi (Giulio Bolaffi) Capitolo X La parentesi elvetica Capitolo XI La parentesi grenobliana Documenti Appendice fotografica Biografia dell'autoreFederico Tessiore nasce a Chieri il 14 luglio 1917.
La notte, Tasso non riuscì a dormire: non voleva confessarlo a nessuno, ma aveva una gran paura. Quella notte piovve con abbondanza, ma alla mattina il cielo bianco di nuvole era discretamente luminoso, pur se il suolo dell'aeroporto di Brindisi, ove si recarono sul traballante autocarro, appariva chiazzato di grandi pozzanghere. Si levarono in volo su un aereo italiano: un Savia-Marchetti. V'erano anche il maldestro generale polacco e il men vecchio aiutante. Sull'aereo, Tasso notò subito il grande portellone apribile da cui essi avrebbero dovuto lanciarsi e, sulla parete opposta, il lungo cavo di acciaio da cui pendevan le controfuni di vincolo a cui le loro funi si sarebbero dovute allacciare. L'aereo si levò nel cielo: Tasso ricordò l'unico suo volo precedente, quando suo padre l'aveva portato con sè a Imperia su un piccolo aereo che, a pagamento, faceva sperimentare l'emozione di dieci minuti di volo. In quell'occasione aveva apprezzato i versi di Marinetti, che vede "il mare erigersi muro blu": allora s'era sentito felice; adesso era quasi terrorizzato da quel prossimo salto nel vuoto.
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