La vera storia di Febo Marchese di Ceva
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Ogni paese custodisce delle storie da raccontare. Anche Sale, della provincia Granda, posto sui bordi della Langa, non fa difetto. Il dominante e al tempo stesso stupendo suo castello, ne conserva una che già è stata confezionata tanto tempo fa. Ha per protagonista un marchese, discendente di una antica signoria rurale, ambientata nel suo feudo, del quale conosciamo bene la fiaba ma un po' meno la storia. A volte per scrivere storie, andiamo alla ricerca di personaggi e qui ne abbiamo trovato uno proprio "dei nostri", che già tanto fece (s)parla di sè molto tempo fa. Fu un tal Febo Ceva, marchese".
Quarta di copertinaGli si avvicinò e quando gli fu di fronte, abbassò l'arma volgendo la punta della spada al suolo e lo salutò come zio barba (anche se era solamente un cugino più anziano di lui). Si inginocchiò e dichiarò quiindi di arrendersi nelle sue proprie mani raccomandandogli la sua vita. Febo si voltò verso un soldato che aveva a fianco e gli disse "Io tel arricomando".Quel soldato capì subito cosa intendeva e gli diede un colpo tale di alabarda sulla testa che il cranio si aprì come un cocomero sino agli occhi.... Riuscì ancora ad alzarsi e raggiungere il pozzo della piazza che era accanto. Poi crollò inerme al suolo. Persino sul cadavere si fecero ritorsioni. Fu spogliato completamente e per ordine di Febo fu lasciato due giorni senza sepoltura. Ovviamente Febo non perse tempo e si recò ben presto in casa dell'ucciso per impadronirsi di tutti i suoi beni. Non solamente si accontentò di spogliarlo di ogni avere ma cacciò pure di casa le due sorelle Giovanna e Caterina, più giovani ancora del fratello ucciso. Le buttò realmente fuorid ciasa senza alcun oggetto e per dileggio, stracciò loro le vesti in mmodo che mostrassero le loro nudità per le strade. Poi fece sì che non rimanesse loro nulla, nemmeno la legittima e le doti. Indice testualePreamboloFebo chi? Leopoldo Viglierchio e la sua opera Il racconto di Leopoldo Viglierchio Il casato di Febo L'adolescenza di Febo L'epoca di Febo Digressione sul nome Come e perchè fu esecrabile Febo I documenti Febo ci riprova Inventario nel castello di Sale Fra Arcangelo di Ceva Bibliografia minima Biografia dell'autoreGiammario Odello è nato a Mondovì il 9 dicembre 1948 e risiede a Nucetto. Ha formazione tecnico-manageriale con esperienze lavorative in Ansaldo Meccanico Nucleare a Genova ed in Michelin a Fossano, terminando il percorso professionale in Alpitel presso la quale ha ricoperto diversi incarichi sino ad Amministratore Delegato. Ha costantemente coltivato interesse per la storia locale. E' stato iscritto all'albo dei giornalisti non professionisti, collabora con periodici ed associazioni culturali ed ha pubblicato alcuni testi specialente di storia locale: Vicende storiche ed altre notizie di Nucetto e dintorni Olocco 1979 - La Comunità del luogo di Nuceto durante il secolo XVIII, Cronaca dagli ordinati comunali Stilgraf 1992 - La nuova chiesa parrocchiale S.M. Maddalena in occasione del 1° centenario 1897 - 1997 Stilgraf 1997 - La miniera di Nucetto nel bacino carbonifero Bagnasco-Nucetto Stilgraf 2007 - I De Nuceto, i Nuceto di Cavallerleone, i marchesi Ceva di Nucetto Stilgraf 2009 - Perlo e la sua gente Alma Tipografica 2012 - Ceva al tempo del Governatore Araba Fenice 2013 - Malizie ingenue di un bambino Araba Fenice 2014 - Birichinate di uno scolaro discreto Araba Fenice 2015 - Gli Odello Appunti e spunti per una saga 2019 - Niculin de Nusey Stilgraf 2019.
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il 18.12.2019alle ore 18.00, Ceva
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il 06.12.2019alle ore 21.00, Sale San Giovanni
Gli si avvicinò e quando gli fu di fronte, abbassò l'arma volgendo la punta della spada al suolo e lo salutò come zio barba (anche se era solamente un cugino più anziano di lui). Si inginocchiò e dichiarò quiindi di arrendersi nelle sue proprie mani raccomandandogli la sua vita. Febo si voltò verso un soldato che aveva a fianco e gli disse "Io tel arricomando".
Quel soldato capì subito cosa intendeva e gli diede un colpo tale di alabarda sulla testa che il cranio si aprì come un cocomero sino agli occhi.... Riuscì ancora ad alzarsi e raggiungere il pozzo della piazza che era accanto. Poi crollò inerme al suolo. Persino sul cadavere si fecero ritorsioni. Fu spogliato completamente e per ordine di Febo fu lasciato due giorni senza sepoltura. Ovviamente Febo non perse tempo e si recò ben presto in casa dell'ucciso per impadronirsi di tutti i suoi beni. Non solamente si accontentò di spogliarlo di ogni avere ma cacciò pure di casa le due sorelle Giovanna e Caterina, più giovani ancora del fratello ucciso. Le buttò realmente fuorid ciasa senza alcun oggetto e per dileggio, stracciò loro le vesti in mmodo che mostrassero le loro nudità per le strade. Poi fece sì che non rimanesse loro nulla, nemmeno la legittima e le doti. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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