L'Ala che non c'è più
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C'era una volta l'Ala che non c'è più.
Il volume "L'ala che non c'è più" si presenta come un ibrido letterario articolato da immagini e storie, alcune romanzate, altre trasmesse per via orale e trascritte sotto forma di intervista. Racconti e cronache da tramandare ai nipoti, non necessariamente verità, che provano a ricostruire la Storia, con la s maiuscola, quella della Genola di 70 anni fa. 29 aprile 1945, quattro giorni dopo la Liberazione, l'Eccidio. 15 uomini uccisi per mano delle truppe nazifasciste, 4 giustiziati a fuoco e 11 soffocati dalle fiamme, un'intera comunità sconvolta che per anni ha cercato di guardare avanti, di voltar pagina, di allontanare il pensiero di quella violenza inaudita. Ormai insieme al ricordo dell'Ala - la tettoia situata nell'attuale Piazza Martiri dove i tedeschi hanno radunato i civili prima del massacro - stanno lentamente sfumando le testimonianze di chi ha vissuto il periodo della Seconda Guerra Mondiale e quei giorni drammatici, una delle pagine più nere della Storia di Genola. Quarta di copertinaDue giorni dopo l'eccidio sentiamo un rumore fortissimo, mia sorella dice:- Ma cosa succede? Stavano passando i carrarmati americani, era l'autocolonna americana che inseguiva gli altri. Noi altri fiolòt siamo andati tutti in mezzo al paese, c'erano questi Americani, tanti erano neri, sopra le jeep e i carrarmati. I carrarmati facevano tremare le case. Avevano il cioccolato. Regalavano il cioccolato! I cicless! Li regalavano ai bambini, tra i quali c'ero anch'io. Alla sera hanno acceso tutte le luci e sembrava un altro mondo! La gente era tutta fuori, perchè c'erano le luci. Siamo stati cinque anni al buio con il coprifuoco o senza, c'era un buio pesto! Perchè fuori le lampadine non si potevano accendere, certe case avevano le candele, avevano il lumino o avevano la lampadina da centodieci, ma ci mettevano un qualcosa di blu sopra, una tela o un lenzuolo blu che facesse poco chiaro. Tutte le tendine erano blu, perchè non si potesse vedere. Dopo non è più successo niente! Nei giorni seguenti, purtroppo, ci sono stati dei rancori. E' rimasto il rancore tra fascisti e partigiani. Magari erano fratelli o cugini. Uno era fascista e l'altro no! Il rancore era quello, ci sono stati troppi regolamenti di conti. Indice testualePresentazione di Stefano biondiPremessa di Giovanni Quaglia Introduzione di Andrea Capello Parte I I ricordi Parte II Le storie Parte III Le immagini Parte IV Le testimonianze Pagine per non dimenticare Ringraziamenti Biografia dell'autoreAndrea Capello è nato a Fossano nel 1979. Vive a Genola. E' laureato in Scienze Politiche ad indirizzo storico.Gianfranco Capello è nato a Genola nel 1949. Vive a Genola. E' laureato in Scienze Economiche.
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L'ala che non c'è più a Genola
Sala Polivalente Finestra su Castello, il 14.05.2015alle ore 21.00, Genola
Due giorni dopo l'eccidio sentiamo un rumore fortissimo, mia sorella dice:
- Ma cosa succede? Stavano passando i carrarmati americani, era l'autocolonna americana che inseguiva gli altri. Noi altri fiolòt siamo andati tutti in mezzo al paese, c'erano questi Americani, tanti erano neri, sopra le jeep e i carrarmati. I carrarmati facevano tremare le case. Avevano il cioccolato. Regalavano il cioccolato! I cicless! Li regalavano ai bambini, tra i quali c'ero anch'io. Alla sera hanno acceso tutte le luci e sembrava un altro mondo! La gente era tutta fuori, perchè c'erano le luci. Siamo stati cinque anni al buio con il coprifuoco o senza, c'era un buio pesto! Perchè fuori le lampadine non si potevano accendere, certe case avevano le candele, avevano il lumino o avevano la lampadina da centodieci, ma ci mettevano un qualcosa di blu sopra, una tela o un lenzuolo blu che facesse poco chiaro. Tutte le tendine erano blu, perchè non si potesse vedere. Dopo non è più successo niente! Nei giorni seguenti, purtroppo, ci sono stati dei rancori. E' rimasto il rancore tra fascisti e partigiani. Magari erano fratelli o cugini. Uno era fascista e l'altro no! Il rancore era quello, ci sono stati troppi regolamenti di conti. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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