La belle époque di Ormea
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Questo libro è nato dall'idea di raccontare, ma soprattutto di documentare, alcuni avvenimenti e situazioni di un periodo che ha rappresentato, per Ormea e per tutta l'Alta Val Tanaro, il cambiamento più importante e significativo della nostra storia.
Si parla di belle époque non certo per riferirsi alla vita mondana o alle feste, che pur caratterizzarono l'epoca, ma per indicare un periodo storico che, per la nostra Valle a differenza di gran parte delle altre valli alpine, ha comportato radicali cambiamenti economici, sociali e culturali, grazie alla realizzazione della ferrovia, che ha favorito gli insediamenti industriali e lo sviluppo del turismo. Non si tratta di una ricerca storica organica, ma di un testo di approfondimento di alcuni temi, avvenimenti e realizzazioni, costruito sulla documentazione presente nell'Archivio Storico Comunale, dove purtroppo mancano molti atti e incartamenti del passato anche più recente ma che conserva comunque una notevole quantità di testimonianze certe e rilevanti, non solo amministrative, sulla storia della nostra Città. Quarta di copertinaIl Bassi nella sua "Guida", relativamente ai prodotti del territorio scriveva: "il suolo fornisce grano, segala, avena di ottima qualità, orzo, moltissime patate, fagiuoli, canapa, trifoglio, tartufi neri e molti funghi, fieno eccellente, castagne scelte, noci, poma, nonchè ciliegie di più sorta. I vigneti somministrano vini, che riescono assai buoni e ricercati nell'estate.Uno dei maggiori prodotti del territorio è quello che proviene dal mantenimento del vario bestiame, bovino, ovino, caprino. Vi si alimentano in media oltre tre mila vacche, due mila pecore e circa un migliaio di capre. Sono assai pregiati i formaggi delle Alpi e, soprattutto, quelli degli Stanti e di Revello". Da una comunicazione del Comune relativa alle produzioni agricole, veniva dichiarata una quantità di 240 quintali di formaggi, dei quali 100 quintali risultavano esportati in Liguria. Nel testo del Bassi si faceva poi riferimento a "una gran quantità di pollame allevata" e a "una forte esportazione di uova nella vicina Liguria. Per mezzo della ferrovia, si fa ora attivissima l'esportazione di legna da ardere e di carbone vegetale". Sul territorio comunale vi erano ben otto mulini e due pastifici, condotti dai signori Molinaris Battista e Monetto Antonio. Nel 1897 fu approvata una legge che obbligava i possessori di "velocipedi" ad applicare alle biciclette un apposito contrassegno, costituito da una targhetta metallica con regolare sigillo, e al pagamento della relativa tassa di lire dieci annue, in quanto la bicicletta era considerata "mezzo di locomozione e di passatempo per le classi agiate" e costava dalle 500/600 lire fino alle 800 dei modelli più accessoriati, quando lo stipendio medio di un operaio era di tre lire al giorno. Nel Comune di Ormea l'anno successivo furono denunciati e tassati dieci "velocipedi", di cui sei appartenenti agli ufficiali del 22° Reggimento di Fanteria di stanza in città.. Indice testualeIntroduzioneLa belle époque La ferrovia Amministrazioni comunali I ponti sul Tanaro Il terremoto del 1887 e l'incendio a Quarzina del 1894 Il progetto di risanamento e la costruzione della fognatura Il palazzo delle scuole e il presidio militare Turismo e alberghi Monti di Ormea di Angiolo Silvio Novaro L'impianto di illuminazione pubblica del capoluogo Le cartoline della tipografia Ottino Ognissanti in montagna di Aurelio Pelazza La cartiera Il servizio di automobili da Ormea a Oneglia Tanti contadini e pochi ricchi Un libro sul dialetto di Ormea pubblicato in Germania Eugenio Arduino La strada per Viozene La fine della belle époque Biografia dell'autoreGiorgio Ferraris, maestro elementare in pensione, oggi Sindaco di Ormea, dove è nato il 3 aprile 1952.Ha scritto (e pubblicato con Araba Fenice) Alpini dal Tanaro al Don (2009), sulle vicende dei Battaglioni Ceva e Mondovì al fronte russo e In prima linea a Novo Postojalowka (2013). Con Franca Acquarone ha curato il volume I racconti del treno (2015), libro nel quale è presente il suo racconto Stazione di Trappa - 30 aprile 1943. Con Giorgio Gonella e Giorgio Raviolo è autore di Ricordati che sei del Ceva - Storia di un battaglione alpino (2014).
Il Bassi nella sua "Guida", relativamente ai prodotti del territorio scriveva: "il suolo fornisce grano, segala, avena di ottima qualità, orzo, moltissime patate, fagiuoli, canapa, trifoglio, tartufi neri e molti funghi, fieno eccellente, castagne scelte, noci, poma, nonchè ciliegie di più sorta. I vigneti somministrano vini, che riescono assai buoni e ricercati nell'estate.
Uno dei maggiori prodotti del territorio è quello che proviene dal mantenimento del vario bestiame, bovino, ovino, caprino. Vi si alimentano in media oltre tre mila vacche, due mila pecore e circa un migliaio di capre. Sono assai pregiati i formaggi delle Alpi e, soprattutto, quelli degli Stanti e di Revello". Da una comunicazione del Comune relativa alle produzioni agricole, veniva dichiarata una quantità di 240 quintali di formaggi, dei quali 100 quintali risultavano esportati in Liguria. Nel testo del Bassi si faceva poi riferimento a "una gran quantità di pollame allevata" e a "una forte esportazione di uova nella vicina Liguria. Per mezzo della ferrovia, si fa ora attivissima l'esportazione di legna da ardere e di carbone vegetale". Sul territorio comunale vi erano ben otto mulini e due pastifici, condotti dai signori Molinaris Battista e Monetto Antonio. Nel 1897 fu approvata una legge che obbligava i possessori di "velocipedi" ad applicare alle biciclette un apposito contrassegno, costituito da una targhetta metallica con regolare sigillo, e al pagamento della relativa tassa di lire dieci annue, in quanto la bicicletta era considerata "mezzo di locomozione e di passatempo per le classi agiate" e costava dalle 500/600 lire fino alle 800 dei modelli più accessoriati, quando lo stipendio medio di un operaio era di tre lire al giorno. Nel Comune di Ormea l'anno successivo furono denunciati e tassati dieci "velocipedi", di cui sei appartenenti agli ufficiali del 22° Reggimento di Fanteria di stanza in città.. |
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