Regina di cuoi
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A una cert'ora i calzolai si tolgono il grembiule e vanno a fare merenda con due spanne di salsiccia e il mezzolitro, così gli avvocati e i dentisti, gli autisti e i piccoli proprietari nel cortile dell'"Angelo" o del "Regina" o della "Società dei conciapelli", giocano a bocce e al pallone elastico, a tarocchi e a tresette, mentre il tempo va lento e senza avvenimenti come negli anni che i signori usavano avere il ballo al palchetto per conto proprio nelle feste e i cappelli di paglia muovevano chiari e fioriti nei prati della festa in Fey.
Quarta di copertinaGiovanni Arpino trasponendo nei racconti di Regina di cuoi persone e storie braidesi ha assicurato a loro e a noi tutti, che ne siamo eredi, "qualche cosa di più che un comune giro di stagione", l'unica, precaria immortalità che Cesare Pavese riconosceva agli uomini.Dalla Prefazione di Fabio Bailo Indice testualeArpino, cantore di una Bra che fu Regina di cuoiFabio Bailo Il laboratorio dello scrittore Cetta Berardo I Regina di cuoi Tigre, dove sei? II I fantasmi Qualcosa per Bernardo Un bel rosa Solo una sera III Mattino presto a Dogliani Domenica, dopo la pioggia Così bene Cronaca breve del bosco Tre tempi del Baba Il ratto In quei giorni I soldi IV Il "via" caffè Comino Racconti estravaganti Prima colazione Australia Non c'è niente al mondo come quel treno Bra 1951-53 Note filologiche Biografia dell'autoreGiovanni Arpino (Pola, 1927 - Torino, 1987), scrittore e giornalista, è autore di molti romanzi e raccolte di racconti, tra cui Sei stato felice Giovanni? (1952), La suora giovane (1959), Un delitto d'onore (1961), Una nuvola d'ira (1962), L'ombra delle colline (Premio Strega 1964), Un'anima persa (1966), La Babbuina e altre storie (1967), Il buio e il miele (1969), Randagio è l'eroe (1972), Racconti di vent'anni (1974), L'assalto al treno ed altre storie (1974), Il quarto di luna (1976), Il fratello italiano (Premio Campiello 1980), Un gran mare di gente (1981), La sposa segreta (1983), La trappola amorosa (postumo, 1988).Si è anche cimentato nei territori della poesia, della fiaba, e delle storie grottesche ed allegoriche.
Giovanni Arpino trasponendo nei racconti di Regina di cuoi persone e storie braidesi ha assicurato a loro e a noi tutti, che ne siamo eredi, "qualche cosa di più che un comune giro di stagione", l'unica, precaria immortalità che Cesare Pavese riconosceva agli uomini.
Dalla Prefazione di Fabio Bailo |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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