Storie di carta
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Un paperaio, che non è un allevatore di paperi, e dei battitori di stracci. Cartai d'oltralpe in cerca di fortuna ed altri decisi a spendere la loro esistenza nel Bel Paese.
Donne che il destino invece delle trine costringe a tessere trame per salvaguardare il patrimonio di famiglia. Capitani d'industria coraggiosi e giovani dalla tempra imprenditoriale traditi dalla sorte. Paste di cenci e pastette per evitare la naja. Serrata e "continue". Padroni da monumento e padroni "cancellati" dalla memoria comune. Consigli di amministrazione con sorpresa e figure sorprendentemente dimenticate. Questo ed altro nella storia che qui si racconta senza mai affondare nel mare di carta, e di carte, che una Cartiera come quella di Fossano ha prodotto per quasi cinquecento anni. Una storia di carta tout court che, invece, porta volutamente a perdersi, per lo stupore se non per la quasi meraviglia, nei mondi mitici od esotici evocati nelle mille copertine dei quaderni di questa "fabbrica magnifica" sconosciuta ai più o dimenticata. Quarta di copertinaSe la storia di un'industria sta scritta nelle sue produzioni, quella di una cartiera prima ancora che scritta "sulla" carta è fatalmente legata alla carta; e la carta, per definizione, è deperibile, degradabile, ovviamente non durevole. Paradosso vuole che alla carta si affidino da secoli idee e ricordi, proprio per esorcizzare il timore della loro dispersione, benchè sia ben chiaro che il mezzo è di per sè effimero. La vita, per così dire, della carta può però talvolta essere meno breve di quanto si potrebbe pensare, ed anche una "storia di carta" può abbracciare ben più secoli, diventare, in quanto tale, prova e vestigia di un passato che non passa del tutto..sparendo, ma rimane come testimonianza appunto di una storia di cui altrimenti si sarebbe persa ogni traccia.Dunque carta che parla non perchè scritta, od almeno non solo e non tanto, ma perchè c'è, esiste, supera il tempo, bissa disparate volte l'età di chi l'ha pensata e fabbricata e, superati i tempi, ne restituisce testimonianza od almeno contribuisce a farlo, aiuta a ricostruire situazioni e realtà mutate al punto d'aver perso memoria delle origini. Una storia di carta ovviamente quella della Cartiera di Fossano, che diventa storia di persone, di speranze, di sacrifici, di fatica, di delusioni e di successi e che alla fine, come tutte le umane cose, riserva un epilogo amaro, apparentemente non in linea con tutte quelle speranze, quelle speranze, quei sacrifici, quella fatica, quell'impegno costati e profusi. In realtà a non essere normale non è l'epilogo, ma la plurisecolare vicenda di un'impresa industriale nata coll'acqua e sull'acqua, che si vuole qui ricostruire così che si possano meglio inquadrare certe produzioni, certe carte che, alla fine delle storia di chi le ha fabbricate, sono sopravvissute, ma che non si possono e non si devono lasciar finire nel mare dell'oblio. Biografia dell'autoreGiovanni Cornaglia è nato e vive a Fossano. Laureato in Economia e Commercio. Per quasi un ventennio e fino al 1998, insegnante di economia aziendale nelle scuole superiori ed al "Tesauro" di Fossano, amministratore di banche, ora impiegato in un ente pubblico.Già giornalista pubblicista, per decenni firma di punta de "La Fedeltà", ha collaborato con settimanali, periodici provinciali e nazionali, agenzie di stampa, dopo essere stato anche direttore di Radio Fossano, diverse testate giornalistiche locali o provinciali, come "la Vedetta", "Alta Valtanaro" e del mensile politico fossanese "Il Lancimano". Appassionato ricercatore di storia locale è coautore di tre volumi storico-fotografici su Fossano, di "Memoria del tempo...appena Ieri" dedicato a Salmour, la storia del CIF della Diocesi fossanese. Per l'Associazione Culturale "Centallo Viva" ha realizzato "L'Orfanotrofio Perucchetti: giorni dell'amore, i giorni del dolore" (1994), " "Resistenza" (1995), "Tra i banchi di scuola: cinque secoli di istruzione a Centallo" Primalpe, (2002), "La bomba che spense il sorriso" (2005) e curato diverse altre pubblicazioni a più mani, tra cui "Momenti della nostra storia" (1999), "Fare bene e far del bene" (2012). Primo direttore del Cinema Nuovo Lux di Centallo e presidente co-fondatore del "Cineclub LUMIERE". E' presidente dell'Associazione Culturale "Laboratorio '93". Grande viaggiatore e grande collezionista, soprattutto di quaderni scolastici..ovviamente della Cartiera Souchon. Presente con contributi in diverse pubblicazioni di carattere storico locale, è questo il suo primo volume di tematica fossanese che firma in modo esclusivo.
Se la storia di un'industria sta scritta nelle sue produzioni, quella di una cartiera prima ancora che scritta "sulla" carta è fatalmente legata alla carta; e la carta, per definizione, è deperibile, degradabile, ovviamente non durevole. Paradosso vuole che alla carta si affidino da secoli idee e ricordi, proprio per esorcizzare il timore della loro dispersione, benchè sia ben chiaro che il mezzo è di per sè effimero. La vita, per così dire, della carta può però talvolta essere meno breve di quanto si potrebbe pensare, ed anche una "storia di carta" può abbracciare ben più secoli, diventare, in quanto tale, prova e vestigia di un passato che non passa del tutto..sparendo, ma rimane come testimonianza appunto di una storia di cui altrimenti si sarebbe persa ogni traccia.
Dunque carta che parla non perchè scritta, od almeno non solo e non tanto, ma perchè c'è, esiste, supera il tempo, bissa disparate volte l'età di chi l'ha pensata e fabbricata e, superati i tempi, ne restituisce testimonianza od almeno contribuisce a farlo, aiuta a ricostruire situazioni e realtà mutate al punto d'aver perso memoria delle origini. Una storia di carta ovviamente quella della Cartiera di Fossano, che diventa storia di persone, di speranze, di sacrifici, di fatica, di delusioni e di successi e che alla fine, come tutte le umane cose, riserva un epilogo amaro, apparentemente non in linea con tutte quelle speranze, quelle speranze, quei sacrifici, quella fatica, quell'impegno costati e profusi. In realtà a non essere normale non è l'epilogo, ma la plurisecolare vicenda di un'impresa industriale nata coll'acqua e sull'acqua, che si vuole qui ricostruire così che si possano meglio inquadrare certe produzioni, certe carte che, alla fine delle storia di chi le ha fabbricate, sono sopravvissute, ma che non si possono e non si devono lasciar finire nel mare dell'oblio. |
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