Sulle tracce dei Catari
![]() |
€ 20,00
EUR
|
Descrizione Inserisci un commento |
Sulle tracce dei Catari è il seguito de Il tesoro dei Catari, uscito nel 2016. La storia, nuovamente in bilico tra passato e presente, tra i tempi moderni e l’epoca della crociata contro gli Albigesi (con incursioni nel XIX secolo e nel XVII secolo) è una grande caccia al tesoro. Tra i Pirenei, teatro della sanguinosa repressione papale, e la Puglia di Federico II, e per l’esattezza quel misterioso monumento che è Castel del Monte. Una vicenda sempre più complicata ma affascinante e intrigante. La scoperta dei vari oggetti che costituirono il vasto “giacimento” cataro è il motivo di un magnifico affresco storico, sorprendente e inquietante. L’autore ci conduce verso strade sconosciute, spesso neanche immaginate. Dante era cataro? Guido Cavalcanti? Un romanzo che finisce, ma che attende per concludersi un terzo capitolo.
Quarta di copertinaEra ormai troppo tempo che stavano camminando. Quell'uomo che li stava guidando, probabilmente, li stava sottoponendo a una sottile tortura. Dominico, il vescovo e il seguito dovevano prendere parte a una "disputa generale", ossia una contesa solenne in cui teologi cattolici e catari, a Fanjeaux, si sarebbero confrontati dialetticamente nel difendere le proprie tesi e confutare quelle degli avversari.Dominico, predicatore incaricato di difendere le tesi del papato, era stato attardato dal vescovo. L'alto prelato, presentatosi in pompa magna all'appuntamento con l'umile monaco, era stato pregato, dallo stesso frate, di tornare ai suoi alloggi e di vestirsi in modo più modesto. "Non così, Padre, vanno affrontati questi eretici" gli aveva rispettosamente detto. "Questi uomini vanno tratti dal peccato alla verità non con l'impressione del nostro potere, con il nostro fasto e la violenza delle parole, che loro contestano, ma con esempi di vera umiltà e con la preghiera. Andremo incontro a loro con abiti modesti e a piedi scalzi." Tutta l'operazione di svestizione aveva comportato un ritardo notevole e, a metà del cammino, temendo anche di aver smarrito la strada, Dominico aveva chiesto aiuto a un contadino del luogo. Scelta pessima, perchè l'uomo, probabilmente di fede catara, li aveva condotti lungo un sentiero che, nelle sue assicurazioni, doveva essere una scorciatoia attraverso il bosco ma che, in realtà, rallentava ulteriormente il cammino ed era cosparso di sassi e roveti, al punto che i piedi e le gambe di tutti presero presto a sanguinare. Biografia dell'autoreGraziano Consiglieri è nato a Chiavari (Genova) il 31 luglio 1960 e risiede a Ventimiglia (Imperia). Laureato in Lingue e Letterature Straniere Moderne, dopo aver lavorato come traduttore e agente di viaggio, dal 2006 collabora come giornalista sportivo con la redazione sportiva di Imperia e Savona del quotidiano La Stampa. Ha già pubblicato cinque libri: la raccolta di poesie “Di terra, d’acqua e di vento” (Ennepilibri), le due biografie sportive societarie “Rari Nantes Imperia: la pallanuoto e il nuoto”, “50 anni di Panathlon e di sport in provincia di Imperia”, il romanzo “Amore a prima vista – La nostra fattoria” (scritto assieme a Genevieve Alberti) e la raccolta di testimonianze “La gioia di incontrarci”, questi ultimi due sulle esperienze nell’associazione di disabili Spes di Ventimiglia.Il primo capitolo della saga della Volpe Bianca, Il tesoro dei Catari, è uscito con Araba Fenice nel 2016.
Era ormai troppo tempo che stavano camminando. Quell'uomo che li stava guidando, probabilmente, li stava sottoponendo a una sottile tortura. Dominico, il vescovo e il seguito dovevano prendere parte a una "disputa generale", ossia una contesa solenne in cui teologi cattolici e catari, a Fanjeaux, si sarebbero confrontati dialetticamente nel difendere le proprie tesi e confutare quelle degli avversari.
Dominico, predicatore incaricato di difendere le tesi del papato, era stato attardato dal vescovo. L'alto prelato, presentatosi in pompa magna all'appuntamento con l'umile monaco, era stato pregato, dallo stesso frate, di tornare ai suoi alloggi e di vestirsi in modo più modesto. "Non così, Padre, vanno affrontati questi eretici" gli aveva rispettosamente detto. "Questi uomini vanno tratti dal peccato alla verità non con l'impressione del nostro potere, con il nostro fasto e la violenza delle parole, che loro contestano, ma con esempi di vera umiltà e con la preghiera. Andremo incontro a loro con abiti modesti e a piedi scalzi." Tutta l'operazione di svestizione aveva comportato un ritardo notevole e, a metà del cammino, temendo anche di aver smarrito la strada, Dominico aveva chiesto aiuto a un contadino del luogo. Scelta pessima, perchè l'uomo, probabilmente di fede catara, li aveva condotti lungo un sentiero che, nelle sue assicurazioni, doveva essere una scorciatoia attraverso il bosco ma che, in realtà, rallentava ulteriormente il cammino ed era cosparso di sassi e roveti, al punto che i piedi e le gambe di tutti presero presto a sanguinare. |
Il commento è stato inserito correttamente!
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.