Come votiamo (e perchè).
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Questo libro è rivolto a tutti i cittadini, affinchè possano riflettere sui principi fondanti del sistema democratico e sulle regole che affidano, sulla nase di libere elezioni, la gestione dello Stato a determinate persone (organizzate in partiti politici).
Esso propone un esame oggettivo ed acritico delle leggi elettorali, sganciato da qualsiasi valutazione circa l'esito politico delle elezioni, limitandosi ad illustrare in che misura l'adozione dell'una o dell'altra regola possono permettere di individuare con chiarezza quale sia lo schieramento vincitore delle elezioni e di determinare l'esistenza di stabili maggioranze in Parlamento. Il tema è da quasi trent'anni al centro del dibattito politico, ma raramente viene affrontato con la dovuta obiettività, tenendo conto di tutti gli aspetti (molto tecnici e specialistici) che condizionano l'effetto concreto prodotto dalle norme di legge. L'obiettivo è quello di rendere facilmente conoscibili, nella loro completezza, questi aspetti. Quarta di copertinaSviluppando ed aggiornando le riflessioni già esposte nelle sue precedenti pubblicazioni, Andrea Levico, illustra le ragioni per cui in Italia, nel corso degli ultimi 30 anni, si era guardato con favore a formule elettorali che (come avviene sin dal 1993 nelle elezioni comunali) attribuiscono un significativo "premio" alla forza politca che ottiene la maggioranza relativa dei voti; ed esamina, parallelamente, le ragioni che hanno determinato all'estero lo sviluppo di esperienze molto diversificate, dalle quali si possono trarre utili esempi ed insegnamenti. L'autore evidenzia altresì la portata fortemente innovativa della sentenza 35/2017 della Corte Costituzionale, che ha definito una serie di paletti molto stringenti per l'attribuzionie di eventuali "premi" in favore di una lista o coalizione. In conseguenza di tale sentenza e del quadro politico delineatosi dal 2013 in avanti, la nuova legge n. 165/2017 presenta un carattere fortemene proporzionale, che riporta l'Italia ad un sistema di regole molto simile a quello che fu in vigore tra il 1948 ed il 1992; e dal quale si era tentato di discostarsi dal 1993 in poi.Indice testuale1.Perchè si vota?2.Italia 1993/2017: Risposte confuse a problemi complessi 3.La formula elettorale 4.Gli effetti distorsivi del voto 5.Aspetto microelettorale e macroelettorale 6.Il caso italiano da Cavour al 1992 7.Le vicende italiane dal 1993 al 2017 Biografia dell'autoreAndrea Levico è nato a Cuneo l'11 agosto 1970.Laureato in giurisprudenza ed abilitato (nel 1998) alla professione di Avvocato, è stato collaboratore didattico in "Diritto Pubblico comparato" presso l'Università statale di Torino e si è altresì diplomato presso la "Facultè Internationale de Droit Comparè" di Strasburgo. Con Araba Fenice ha già pubblicato nel 2009 il libro "Vota X: la legislazione elettorale dal '700 ad oggi", nel 2010 il libro "L'onere della prova nell'accertamento e nel processo tributario" e nel 2016 il libro "Le leggi elettorali da Cavour a Renzi".
Sviluppando ed aggiornando le riflessioni già esposte nelle sue precedenti pubblicazioni, Andrea Levico, illustra le ragioni per cui in Italia, nel corso degli ultimi 30 anni, si era guardato con favore a formule elettorali che (come avviene sin dal 1993 nelle elezioni comunali) attribuiscono un significativo "premio" alla forza politca che ottiene la maggioranza relativa dei voti; ed esamina, parallelamente, le ragioni che hanno determinato all'estero lo sviluppo di esperienze molto diversificate, dalle quali si possono trarre utili esempi ed insegnamenti. L'autore evidenzia altresì la portata fortemente innovativa della sentenza 35/2017 della Corte Costituzionale, che ha definito una serie di paletti molto stringenti per l'attribuzionie di eventuali "premi" in favore di una lista o coalizione. In conseguenza di tale sentenza e del quadro politico delineatosi dal 2013 in avanti, la nuova legge n. 165/2017 presenta un carattere fortemene proporzionale, che riporta l'Italia ad un sistema di regole molto simile a quello che fu in vigore tra il 1948 ed il 1992; e dal quale si era tentato di discostarsi dal 1993 in poi.
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