Il segreto degli alberi alti
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Difficile dire esattamente a quale genere letterario appartenga Il segreto degli alberi alti. Un giallo, certamente. Ma un giallo in cui tante cose, o tutte le più importanti della sua vita tra Saluzzo e dintorni, riafforano e formano, prima, un insieme quasi inestricabile di indizi e poi piano piano, anche attraverso improvvisi squarci lirici, si sciolgono, fino a farti intravedere che la verità della storia e di tutte le storie è altra da quella che si suppone, se le si getta solo uno sguardo superificiale.
Quarta di copertinaQuesto è un racconto inventato.Storia e personaggi sono frutto di fantasia. Non tutti però, alcuni fanno parte della memoria di questa città, luoghi e strade sono quelli esistenti, usate per la bisogna e non alienanti ai loro abituali residenti. Questo è un racconto inventato ve l'ho detto, il gesto che lo genera, statene certi, fantasia non lo è. Era l'aprile di tanti anni fa.... era l'aprile del 1960 ed io ero piccolo, talmente piccolo da potermi tenere in una mano, però ero là e ricordo tutto. Piccolo e colpevole testimone di quel tempo; come quegli alberi d'altronde, quegli alberi alti che tutto osservavano e tutto hanno visto.... Perchè gli alberi alti parlano, si sussurrano il tempo. Da mezzo secolo e più, raccontano ai giovani arrivati lassù una storia del tempo... e non c'è foglia di primavera che non la senta ripetere cantilenante ammaliante e sinuosa da non scordarla più. E non c'è foglia caduta d'autunno che non l'abbia ascoltata, portando smarrita quel tormento a morire con sè. Perchè gli alberi alti mi parlano al cuore, si fanno capire solo da me. Biografia dell'autoreQuello di Roccabigliera piemontese, saluzzese di "nicchia", mantese d'adozioni, maestro "dell'arte", storico del tempo e... bianconero d'anima (fino alla fine).
Questo è un racconto inventato.
Storia e personaggi sono frutto di fantasia. Non tutti però, alcuni fanno parte della memoria di questa città, luoghi e strade sono quelli esistenti, usate per la bisogna e non alienanti ai loro abituali residenti. Questo è un racconto inventato ve l'ho detto, il gesto che lo genera, statene certi, fantasia non lo è. Era l'aprile di tanti anni fa.... era l'aprile del 1960 ed io ero piccolo, talmente piccolo da potermi tenere in una mano, però ero là e ricordo tutto. Piccolo e colpevole testimone di quel tempo; come quegli alberi d'altronde, quegli alberi alti che tutto osservavano e tutto hanno visto.... Perchè gli alberi alti parlano, si sussurrano il tempo. Da mezzo secolo e più, raccontano ai giovani arrivati lassù una storia del tempo... e non c'è foglia di primavera che non la senta ripetere cantilenante ammaliante e sinuosa da non scordarla più. E non c'è foglia caduta d'autunno che non l'abbia ascoltata, portando smarrita quel tormento a morire con sè. Perchè gli alberi alti mi parlano al cuore, si fanno capire solo da me. |
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