Dal Cuneese alla Libia
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Se non fosse che oggi il tema è tornato d'attualità, per tante drammatiche contingenze, la guerra di Libia del 1911 resterebbe la più dimenticata delle guerre italiane. E quel ritornello, Tripoli bel suol d'amore, sedimenterebbe solo al fondo della memoria residua dei pochi superstiti delle scuole elementari del Regno, quando, con il fascismo, la canzone che Gea della Garisenda aveva portato al successo tornò in auge, insieme a Faccetta nera, per alimentare in musica il mito della "quarta sponda" e dell'Impero.
Per chi ne sia tuttora inconsapevole questo libro costituisce una bella e utile guida alla comprensione delle cose. I suoi densi capitoli, l'agile prosa con cui si narrano i fatti, le implicite ed esplicite conclusioni che se ne traggono non lasciano alibi ai giovani che vogliano capire le trappole propagandistiche delle guerre, massime quelle coloniali o, come oggi si dice, degli scontri di civiltà che rischiano di essere il terribile sottofondo del secolo che dovranno vivere. Perchè, come sempre nella storia, ogni generazione deve pagare la sua taglia. Ed è bene arrivare all'appuntamento il più preparati possibile. Dall'introduzione di Sergio Soave. Quarta di copertinaTra i conflitti del secolo scorso, la guerra di Libia del 1911-12 è certamente quello più "dimenticato". Gli autori di questo libro hanno deciso di colmare in parte tale lacuna, raccontando le vicende della guerra libica circoscritta al territorio cuneese.Come vissero i cuneesi e la provincia Granda l'entrata in guerra del loro paese dopo l'ultimatum del 28 settembre 1911? Quali furono le implicazioni nella vita quotidiana, chi furono i protagonisti, quale fu la percezione della guerra attraverso i giornali dell'epoca? Dal battesimo del sangue della Granda (il guardia-marina Ernesto Randone di Garessio) alle "gesta d'oltremare" testimoniate da soldati e ufficiali all'indomani del disastro di Sciara Sciat; dai "voli arditi" dei pionieri dell'aria alle toccanti lettere da Tripoli, il volume getta uno sguardo approfondito e del tutto inedito sulla guerra italo-turca vista dal cuneese. Una guerra che nutre, come spesso accade, anche l'immaginario poetico e retorico: Pascoli, D'Annunzio, Marinetti, Nino Costa hanno scritto e narrato la "loro" Libia. Senza dimenticare che le tracce della guerra libica si sono sedimentate anche nella toponomastica: vie, piazze, lapidi e addiriturre osterie portano il nome di Tripoli. Chiude il volume un capitolo con le vicende dell'ultimo secolo, dalla prima guerra mondiale fino all'indipendenza della Libia. Indice testualeIntroduzione di Sergio SoaveLa Libia tra Agadir, Racconigi e Dronero. Contesto europeo e politica nazionale. Fare il militare a Cuneo: una tranquilla città di provincia. "L'ora tripolina. Purchè non sia una gita". La concezione politica della guerra nei giornali della provincia Granda. Un popolo di eroi, spesso sfortunati. Cuneesi alle gesta d'oltremare. Le battaglie viste con gli occhi dei nostri soldati. Il fronte interno. La guerra vista da Cuneo. Il mondo degli ufficiali. I pionieri del volo. C'è posta per te da Tripoli. Poesia e letteratura sulla guerra di Libia. Dalle Canzoni della gesta d'oltremare ai versi in lingua piemontese. Toponomastica, monumenti e altre Memorie della guerra libica. Verso l'Isonzo e oltre. Guerra coloniale, conflitto mondiale e indipendenza della Libia. Elenco di tutti i reduci e i caduti. Precisazioni metodologiche. Bibliografia. Biografia dell'autoreElena Angeleri insegna storia e filosofia al Liceo "Giolitti-Gandino" di Bra (CN). Collabora con la rivista di storia locale di Sommariva del Bosco, è componente del comitato direttivo dell'associazione culturale "Ripa Nemoris" ed è autrice di testi di carattere storico, con particolare riferimento al periodo napoleonico in Piemonte.Emanuele Forzinetti, insegnate al Liceo "Giolitti-Gandino" di Bra, docente a contratto all'Università di Torino (sede di Savigliano), è membro del direttivo della Società per gli Studi Storici di Cuneo e della giuria del Premio Nazionale Cherasco Storia. Autore di numerose pubblicazioni su temi storici e politico-sociali, è direttore responsabile della rivista online"Langhe Roero Monferrato - Cultura materiale, società, territorio" dell'Associazione Culturale Antonella Salvatico di La Morra e collaboratore di periodici e riviste. Luca Martini vive a Cavallermaggiore. Preside dell'I.I.S. Arimondi-Eula di Savigliano e Racconigi, è stato docente di Lettere nei Licei. Ha pubblicato testi di carattere storico, con particolare riferimento al periodo Tardo-antico ed alla storia del Piemonte. Giornalista pubblicista, organizzatore di manifestazioni culturali, ha rappresentato il suo comune nella consulta regionale per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Tra i conflitti del secolo scorso, la guerra di Libia del 1911-12 è certamente quello più "dimenticato". Gli autori di questo libro hanno deciso di colmare in parte tale lacuna, raccontando le vicende della guerra libica circoscritta al territorio cuneese.
Come vissero i cuneesi e la provincia Granda l'entrata in guerra del loro paese dopo l'ultimatum del 28 settembre 1911? Quali furono le implicazioni nella vita quotidiana, chi furono i protagonisti, quale fu la percezione della guerra attraverso i giornali dell'epoca? Dal battesimo del sangue della Granda (il guardia-marina Ernesto Randone di Garessio) alle "gesta d'oltremare" testimoniate da soldati e ufficiali all'indomani del disastro di Sciara Sciat; dai "voli arditi" dei pionieri dell'aria alle toccanti lettere da Tripoli, il volume getta uno sguardo approfondito e del tutto inedito sulla guerra italo-turca vista dal cuneese. Una guerra che nutre, come spesso accade, anche l'immaginario poetico e retorico: Pascoli, D'Annunzio, Marinetti, Nino Costa hanno scritto e narrato la "loro" Libia. Senza dimenticare che le tracce della guerra libica si sono sedimentate anche nella toponomastica: vie, piazze, lapidi e addiriturre osterie portano il nome di Tripoli. Chiude il volume un capitolo con le vicende dell'ultimo secolo, dalla prima guerra mondiale fino all'indipendenza della Libia. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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