L'edificio alto residenziale nell'architettura europea
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Con il concretizzarsi di una serie di interventi di rigenerazione urbana, sollecitati dalle esigenze di maggiore densità di tessuti consolidati ed ambiti periurbani in trasformazione, l'edificio alto eruopeo è tornato in questi anni al centro del dibattito culturale. Contrapponendosi alle derive che hanno caratterizzato alcune operazioni recenti - la sola forma, la sola dimensione, la sola pelle - la ricerca si interroga sui vantaggi e svantaggi dell'edificio alto rispetto ad altri tipi edilizi, attraverso l'analisi di 11 casi studio recenti esaminati secondo principi di sostenibilità, attrattività, comfort e rapporto col luogo. L'indagine mette in luce come l'edificio alto possa essere un dispositivo ancora utile per attuare strategie di sviluppo capaci di confrontarsi con le criticità del quadro contemporaneo, a condizione di essere esito di un processo in cui le specificità dovute alla configurazione veticale siano riconosciute in tutte le loro problematiche e potenzialità.
Quarta di copertinaL'invenzione della tipologia del grattacielo è l'esito del pragmatismo costruttivo della industrializzazione americana che, dalla seconda metà dell'Ottocento, utilizzando avanzate tecnologie, ha promosso l'intensivo sfruttamento del suolo; per Wright il grattacielo era quello stratagemma meccanico che consentiva lo sviluppo in verticale della griglia isotropa e la moltiplicazione indefinita, per sovrapposizione, delle aree edificabili.L'edificio alto europeo del Novecento, isolato o in serie, replicato in forma di successioni lineari o a scacchiera, metafora del movimento e della circolazione, emblematica della tecnica, paradigma di utopici modelli di città "radiose" e "verticali", di polarità strategiche alla scala territoriale, di condensazioni sociali è stato soprattutto dispositivo di costruzione urbana nella consapevolezza della cultura storica, della rappresentazione di possibili valori collettivi dei nuovi paesaggi metropolitani. Biografia dell'autoreMatteo Moscatelli si è laureato in architettura nel 2002 al Politecnico di Milano, dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca nel 2008. Ha pubblicato "Archibook Expo 2015" (Lecco, 2015), "On the road: Milano" (Firenze, 2015), "Senso e forme dell'architettura contemporanea" (Milano, 2009) e "Zurigo. La ricerca dell'essenziale" (Venezia, 2006) e ha curato alcuni itinerari di architettura contemporanea per la rivista "Area". Svolge attività didattica al Politecnico di Milano, all'Istituto Europeo di Design e collabora con la University of Southern California. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in diversi concorsi di progettazione architettonica e urbana.
L'invenzione della tipologia del grattacielo è l'esito del pragmatismo costruttivo della industrializzazione americana che, dalla seconda metà dell'Ottocento, utilizzando avanzate tecnologie, ha promosso l'intensivo sfruttamento del suolo; per Wright il grattacielo era quello stratagemma meccanico che consentiva lo sviluppo in verticale della griglia isotropa e la moltiplicazione indefinita, per sovrapposizione, delle aree edificabili.
L'edificio alto europeo del Novecento, isolato o in serie, replicato in forma di successioni lineari o a scacchiera, metafora del movimento e della circolazione, emblematica della tecnica, paradigma di utopici modelli di città "radiose" e "verticali", di polarità strategiche alla scala territoriale, di condensazioni sociali è stato soprattutto dispositivo di costruzione urbana nella consapevolezza della cultura storica, della rappresentazione di possibili valori collettivi dei nuovi paesaggi metropolitani. |
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