Gli inconsapevoli
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La cifra principale del libro di Manfredi è la sincerità. Quella con la quale l'autore racconta la vita quotidiana di una famiglia della media borghesia cuneese, nel "fulgore" del fascismo prima e nei mesi in cui poi, invece, iniziano ad addensarsi le ansie e le paure per un altro terribile conflitto. Lo temono soprattutto le persone mature - non il personaggio principale, che invece è un bambino di otto anni - che ancora hanno ben vivo il ricordo della carneficina che fu la Prima Guerra Mondiale.
Dalla prefazione di Mario Bosonetto. Quarta di copertinaA dispetto degli eventi la città di Cuneo aveva conservato negli anni la sua connotazione borghese e sabauda. Scettica quanto lo permetteva una tradizione che la voleva forte, paziente e fedele, non sembrava tuttavia indifferente agli oscuri presagi di guerra giunti da qualche tempo a inquietare le coscienze.Nei primi mesi di quel fatale 1939 questa città giaceva intorpidita all'ombra del "fascio littorio". I suoi bravi cittadini, contenti del loro re, della loro religione e delle oneste abitudini trasmesse dai padri, non avevano fatto gran fatica a riporre in un angolo del cuore i sentimenti liberali non più di moda. Visto poi che l'acquiescenza ai nuovi padroni aveva propiziato alcune realizzazioni urbanistiche di un certo prestigio, il mugugno era rimasto confinato in ambiti limitati e inoffensivi. Nè ci sarebbe stato motivo di risvegliarlo se le cose avessero potuto mantenere il loro placido corso. Così era avvenuto per un buon numero di anni e così sarebbe stato logico attendersi per il futuro.
Eventi collegati a Gli inconsapevoli
Costagli a Cuneo
Salone d'Onore del Comune, il 22.04.2015alle ore 18.00, via Roma 28, Cuneo
Gli inconsapevoli all'Ippogrifo Bookstore
Ippogrifo bookstore, il 26.11.2014alle ore 18.00, corso Nizza, 1, Cuneo
A dispetto degli eventi la città di Cuneo aveva conservato negli anni la sua connotazione borghese e sabauda. Scettica quanto lo permetteva una tradizione che la voleva forte, paziente e fedele, non sembrava tuttavia indifferente agli oscuri presagi di guerra giunti da qualche tempo a inquietare le coscienze.
Nei primi mesi di quel fatale 1939 questa città giaceva intorpidita all'ombra del "fascio littorio". I suoi bravi cittadini, contenti del loro re, della loro religione e delle oneste abitudini trasmesse dai padri, non avevano fatto gran fatica a riporre in un angolo del cuore i sentimenti liberali non più di moda. Visto poi che l'acquiescenza ai nuovi padroni aveva propiziato alcune realizzazioni urbanistiche di un certo prestigio, il mugugno era rimasto confinato in ambiti limitati e inoffensivi. Nè ci sarebbe stato motivo di risvegliarlo se le cose avessero potuto mantenere il loro placido corso. Così era avvenuto per un buon numero di anni e così sarebbe stato logico attendersi per il futuro. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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