Miscredente in buona fede
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Il dialogo con chi ha una visione cristiana del mondo prosegue; nel libro troviamo citazioni da importanti autori religiosi come il teologo Hans Kung ed il grande Dietrich Bohnoeffer.
Egli sottolinea come non sia mai venuto meno in lui il rispetto per le posizioni lasciate e come gli resti una certa nostalgia per quel mondo perduto che offre con la presenza di un Dio persona consolazione e certezze di fronte ai probemi dell'esistere solo con la tua ragione, proponendo una moralità dura, senza promessa di compensi che non siano quelli del dovere razionale da compiere. Dalla prefazione di Alessandro Vertamy. Quarta di copertinaLa religione in cui sono stato educato afferma che i disegni di Dio sono imperscrutabili per le nostre limitate capacità conoscitive. Imperscrutabile, fino a prova contraria, significa non perscrutabile, non attingibile dalla nostra mente. Malgrado questa evidenza non sono mancati e non mancheranno certo in futuro i tentativi di penetrare oltre questo limite o almeno di agguantarne il crinale per poter puntare l'occhio sul versante ignoto. Perchè? Penso per un'esigenza che non si rassegna ai verdetti della logica e non si perita di abbandonarsi alle lusinghe della fede, alle sue incandescenti suggestioni, all'anelito inesausto che alimenta il procedere dell'uomo verso l'ignoto. Quanto a me, se l'inconoscibile deve essere accettato come tale senza discussione, preferisco rinunciare. Ritengo che lo scopo della conoscenza sia quello di portare alla luce ciò che oggi non è ancora noto, ma potrà esserlo domani. Lo "sconosciuto" è il suo terreno di indagine, non l'inconoscibile, non ciò che per definizione non potrà mai essere svelato.Indice testualeIntroduzione di Alessandro VertamyMiscredente in buona fede Biografia dell'autoreMauro Manfredi, nato a Cuneo nel 1931, medico dentista, alpinista. Con "Miscredente in buona fede" è al suo quinto libro dopo la pubblicazione di "Chi fuor li maggior tui?" nel 2008, di "Balilla imperfetto" nel 2009, de "Il Cerchio bianco" nel 2011, de "Gli inconsapevoli" (Araba Fenice) nel 2014.Alessandro Vertamy, cuneese, classe 1947, ex insegnante al liceo classico. Studioso di storia, ama viaggiare a piedi e in bicicletta.
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Miscredente in buona fede all'Ippogrifo
Ippogrifo Bookstore, il 08.06.2016alle ore 18.00, corso Nizza, 1, Cuneo
La religione in cui sono stato educato afferma che i disegni di Dio sono imperscrutabili per le nostre limitate capacità conoscitive. Imperscrutabile, fino a prova contraria, significa non perscrutabile, non attingibile dalla nostra mente. Malgrado questa evidenza non sono mancati e non mancheranno certo in futuro i tentativi di penetrare oltre questo limite o almeno di agguantarne il crinale per poter puntare l'occhio sul versante ignoto. Perchè? Penso per un'esigenza che non si rassegna ai verdetti della logica e non si perita di abbandonarsi alle lusinghe della fede, alle sue incandescenti suggestioni, all'anelito inesausto che alimenta il procedere dell'uomo verso l'ignoto. Quanto a me, se l'inconoscibile deve essere accettato come tale senza discussione, preferisco rinunciare. Ritengo che lo scopo della conoscenza sia quello di portare alla luce ciò che oggi non è ancora noto, ma potrà esserlo domani. Lo "sconosciuto" è il suo terreno di indagine, non l'inconoscibile, non ciò che per definizione non potrà mai essere svelato.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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