I congiurati di Napoleone
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Come scrive Giulio Massobrio nella prefazione, in "questo libro straordinario" Novelli compie "un'operazione di grande valore storiografico, insieme attenta alle vite quotidiane e ai grandi motori della Storia". S'affollano tra il 1789 e il 1815, l'anno della battaglia di Waterloo, giacobini e realisti, corsari e nobildonne, impostori ed eroi. A dare il titolo è la narrazione del tentativo di alcuni patrioti nel 1814 d'incoronare Napoleone, esiliato all'Elba, a imperatore d'Italia. La cospirazione ovviamente fallì, ma da quei fatti, da quei tempi, come scrisse Carlo Pisacane "ha principio la storia de' moderni italiani".
Quarta di copertinaSbarcato a Genova il 9 maggio del 1814 dal veliero inglese "Boyne", che lo aveva accolto a Cagliari, il re Vittorio Emanuele I di Savoia entrò a Torino il giorno 20 di quel mese. Francesco Cognasso scrive nella sua storia della città che dopo aver fatto tappa a Moncalieri, scese di vettura all'altezza del Valentino e salì a cavallo. Da una guardia urbana si fece dare il cinturone della sciabola e lo mise al collo". Al ponte nuovo il corpo decurionale, ricostituitosi dopo l'elliminazione della municipalità, gli offrì le chiavi della città. Mai in Torino fu veduta festa più commovente. Percorsa la contrada di Po, dove erano schierati i reparti austriaci, il sovrano si diresse a Palazzo Reale. Alla gioia di nobili, borghesi, popolani, campagnoli, uniti in un solo pensiero, non si associarono tutti. Nello stesso 20 di maggio, a Torino, alcuni uomini, che avevano trascorso senza dormire la notte precedente, non solo non esultavano per il ritorno di Vittorio Emanuele, ma stavano cospirando per farlo cadere dal trono appena riconquistato. Mentre la città era in festa, il 19 maggio 1814, un giovedì, a mezzanotte quattordici persone si riunivano segretamente e firmavano un indirizzo a Napoleone Bonaparte perchè abbandonasse l'esilio dell'Elba, chiamasse a raccolta tutti i suoi fedeli sparsi per la penisola ed assumesse la corona d'Italia, ricreando l'impero romano.Indice testualePrefazione di Giulio MassobrioIL FAMOSO JOSEPH CHALIER PER QUANTO PORTA LA FAMA IL VERO AMICO DEL POPOLO L'AMMIRAGLIO DEI CORSARI DEL RE DI SARDEGNA E' GIUNTA L'ORA DESTINATA AL FUROR IL MIO RE INFELICISSIMO MEMORIA DI UNA CROCIATA L'AVVENTURA DEL VAGABONDO CHE DIVENTO' PRINCIPE AMATORE DELL'ITALIA MEN VISSI AMATORE DELL'ITALIA MEN MUOJO LA RIDOTTA DI CLEOPATRA TEATRANTI I CONGIURATI DI NAPOLEONE NEI TEMPI VERAMENTE FUNESTI DEL CESSATO GOVERNO VITA E AVVENTURE DEL CITTADINO PIGNATELLI DI CERCHIARA UOMINI DI MARENGO UN TOZZO DI PANE Bibliografia e note Ringraziamenti Biografia dell'autoreMassimo Novelli è nato a Torino nel 1955. Scrittore, giornalista del quotidiano "la Repubblica", è autore, tra gli altri libri, di L'uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga (Spoon River, 2003), Corbari, Iris e gli altri. Un racconto della Resistenza (Spoon River, 2003), La furibonda anarchia (ArabaFenice, 2007), La cambiale dei dei Mille e altre storie del Risorgimento (Interlinea, 2011), La grande armata dei dispersi e visionari. Vita dello scrittore Stefano Terra (Ediesse, 2013) e Gli avvelenatori del duca di Savoia. Cronache scellerate del 1600 (Araba Fenice, 2013).
Articoli che parlano di I congiurati di Napoleone
http://www.lospiffero.com/attico/i-congiurati-della-liberta-22720.html
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Eventi collegati a I congiurati di Napoleone
I congiurati di Napoleone a Rivoli
Sala Conte Verde, il 20.02.2016alle ore 17.30, Rivoli
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Centro Studi Piemontesi , il 29.10.2015alle ore 18.00, via Ottavio Revel 15, Torino
I congiurati di Napoleone a Milano
Museo del Risorgimento , il 28.10.2015alle ore 17.00, via Borgonuovo, Milano
I congiurati di Napoleone a Torino
Bocciofila Crimea, il 15.07.2015alle ore 18.00, Corso Moncalieri 74, Torino
Sbarcato a Genova il 9 maggio del 1814 dal veliero inglese "Boyne", che lo aveva accolto a Cagliari, il re Vittorio Emanuele I di Savoia entrò a Torino il giorno 20 di quel mese. Francesco Cognasso scrive nella sua storia della città che dopo aver fatto tappa a Moncalieri, scese di vettura all'altezza del Valentino e salì a cavallo. Da una guardia urbana si fece dare il cinturone della sciabola e lo mise al collo". Al ponte nuovo il corpo decurionale, ricostituitosi dopo l'elliminazione della municipalità, gli offrì le chiavi della città. Mai in Torino fu veduta festa più commovente. Percorsa la contrada di Po, dove erano schierati i reparti austriaci, il sovrano si diresse a Palazzo Reale. Alla gioia di nobili, borghesi, popolani, campagnoli, uniti in un solo pensiero, non si associarono tutti. Nello stesso 20 di maggio, a Torino, alcuni uomini, che avevano trascorso senza dormire la notte precedente, non solo non esultavano per il ritorno di Vittorio Emanuele, ma stavano cospirando per farlo cadere dal trono appena riconquistato. Mentre la città era in festa, il 19 maggio 1814, un giovedì, a mezzanotte quattordici persone si riunivano segretamente e firmavano un indirizzo a Napoleone Bonaparte perchè abbandonasse l'esilio dell'Elba, chiamasse a raccolta tutti i suoi fedeli sparsi per la penisola ed assumesse la corona d'Italia, ricreando l'impero romano.
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