L'avventura dell'imperatore di bronzo
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Massimo Novelli ritorna nell'Ottocento, il secolo dell'epopea napoleonica, della sua conclusione, della nascita del mito di Bonaparte. Ma questo libro è anche un'incursione nel Novecento, ed esattamente al tempo della Seconda Guerra Mondiale, quando l'Italia, nuovamente come ai tempi dell'imperatore corso, fu teatro di sanguinose battaglie. Nel contesto resistenziale un avvocato torinese (Massimo Ottolenghi) partigiano in Piemonte, ritrova un busto napoleonico in bronzo. Il mistero di questo piccolo manufatto è il motivo scatenante del libro. Novelli si butta sulle tracce della sua storia, ed attraverso la ricerca indaga sul mito napoleonico.
Un affascinante viaggio tra una miriade di personaggi che, appena dopo la scomparsa del Bonaparte, lo innalzarono quasi a semidio, e nella sua leggenda vissero, e spesso morirono a causa di essa. Quarta di copertinaDiversi secoli dopo la "signoria de' Romani" e gli elefanti di Annibale, in un giorno e in un mese imprecisati dell'anno 1944, salendo tra quelle montagne e imboccando la strada per Ala di Stura, nella Valle d'Ala, il giovane avvocato torinese Massimo Ottolenghi contrastava "l'entrata d'Italia" di un altro esercito straniero, che non era arrivato da Cartagine bensì dalla non lontana Germania. Poteva essere aprile oppure settembre, all'epoca dei grandi rastrellamenti contro i partigiani delle Valli di Lanzo effettuati dai tedeschi e dai fascisti. L'avvocato avrebbe rimosso la data del calendario di quel giorno, come spesso succede nelle trame selettive, casuali o non spiegabili, della memoria. E' possibile che Ottolenghi che aveva aderito a una divisione di Giustizia e Libertà, stesse allontanandosi in una zona più sicura in previsione di un rastrellamento, cercando riparo sui monti che amava e frequentava da ragazzo, nelle villeggiature estive e invernali. Ma è più probabile che il viaggio fosse dovuto a una delle tante missioni legate alla rete di protezione e di salvataggio degli ebrei dalla deportazione nei lager nazisti, che nelle Valli di Lanzo, dove villeggiavano numerose famiglie ebree, si era creata dopo la promulgazione nel '38 delle leggi razziali in Italia. All'indomani dell'armistizio dell'8 settembre '43 e della formazione delle prime bande della Resistenza, la rete ebraica divenne uno dei sostegni principali del movimento partigiano.Indice testualeFIGLI DI NESSUNOSPLENDORI E MISERIE DI UN LIBRAIO GIACOBINI, EBREI, ESULI LA MARSIGLIESE DI ROSSINI IL CORAGGIO DI DEMOCRITO (E una fuga dai Piombi di Venezia) GLI OCCHI DI FANNUY UNA CONGIURA STENDHALIANA IL CASO DELL'EPINGLE NOIRE (e l'evasione celeberrima del conte e Lavalette) RE SENZA TRONO (Fedeltà) PIAN DEI MORTI Bibliografie e note Personaggi e interpreti Nel ricordo di Massimo Ottolenghi, un uomo libero e giusto Appendice iconografica Biografia dell'autoreMassimo Novelli è nato a Torino nel 1955. Scrittore, giornalista, è autore, tra gli altri libri, di L'uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga (Spoon River, 2003), Corbari, Iris e gli altri. Un racconto della Resistenza (Spoon River, 2003). La cambiale dei mille e altre storie del Risorgimento (Interlinea, 2011), La grande armata dei dispersi e visionari. Vita dello scrittore Stefano Terra (Ediesse, 2013). Con Araba Fenice ha pubblicato La furibonda anarchia (2007), Gli avvelenatori del duca di Savoia. Cronache scellerate del 1600 (2013) e I congiurati di Napoleone (2015).
Eventi collegati a L'avventura dell'imperatore di bronzo
L'avventura dell'imperatore di bronzo alla Bocciofila Crimea Torino
Bocciofila Crimea, il 23.06.2016alle ore 18.30, Corso Moncalieri, 74, Torino
Diversi secoli dopo la "signoria de' Romani" e gli elefanti di Annibale, in un giorno e in un mese imprecisati dell'anno 1944, salendo tra quelle montagne e imboccando la strada per Ala di Stura, nella Valle d'Ala, il giovane avvocato torinese Massimo Ottolenghi contrastava "l'entrata d'Italia" di un altro esercito straniero, che non era arrivato da Cartagine bensì dalla non lontana Germania. Poteva essere aprile oppure settembre, all'epoca dei grandi rastrellamenti contro i partigiani delle Valli di Lanzo effettuati dai tedeschi e dai fascisti. L'avvocato avrebbe rimosso la data del calendario di quel giorno, come spesso succede nelle trame selettive, casuali o non spiegabili, della memoria. E' possibile che Ottolenghi che aveva aderito a una divisione di Giustizia e Libertà, stesse allontanandosi in una zona più sicura in previsione di un rastrellamento, cercando riparo sui monti che amava e frequentava da ragazzo, nelle villeggiature estive e invernali. Ma è più probabile che il viaggio fosse dovuto a una delle tante missioni legate alla rete di protezione e di salvataggio degli ebrei dalla deportazione nei lager nazisti, che nelle Valli di Lanzo, dove villeggiavano numerose famiglie ebree, si era creata dopo la promulgazione nel '38 delle leggi razziali in Italia. All'indomani dell'armistizio dell'8 settembre '43 e della formazione delle prime bande della Resistenza, la rete ebraica divenne uno dei sostegni principali del movimento partigiano.
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