Gli strani sogni della zia Maddalena
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Non so perchè, ma quell'acqua mi sembra prigioniera: non è il fiume che scorre, calmo o irruente, a seconda; non è il mare che sfoga la sua ira con i cavalloni. Non ha scelta, il lago, se non di restare lì, costretto dalle rive che lo imbrigliano. Come zia Maddalena, prigioniera dei suoi limiti fisici e mentali.
Quarta di copertinaZia maddalena è un'assassina? Una veggente? Oppure semplicemente non ci sta più con la testa? Zia Maddalena muore, e attraverso un diario "assudo" la nipote psichiatra conosce per la prima volta una donna apparentemente tranquilla, una come tante.Desideri sessuali repressi, visioni di stragi cittadine, omicidi forse commessi, o forse no. Mariapia Peirano ci conduce dentro la psiche malata di una donna che sembrava un normale essere umano, per scoprire che la normalità non è di questo mondo. Un quasi giallo nella Torino di oggi e di domani, inquieta, pettegola, misteriosa. "Quello" era il magnaccia che la sfruttava. Un brutto tipo. Alto, grosso, con tanti capelli neri, ricci, lunghi fin sul collo. Una cicatrice sulla faccia. La bocca sempre piegata all'ingiù. L'ho visto tante volte, sul pianerottolo e davanti al portone. Una volta, al supermercato, l'ho riconosciuto, l'ho salutato ed ho sperato che mi aiutasse a portare le borse. Figurarsi! Già tanto se ha risposto al mio saluto con un borbottio. Lo credo bene che Amanda volesse mollarlo, ma sapevo altrettanto bene che con quei tipi lì non è facile discutere. Per questo a lei piaceva incontrare altri uomini. Ne ho visti e sentiti tanti, dallo spioncino, che le facevano i complimenti e le giuravano eterno amore. Poveri gonzi! Sapevano che lo faceva per denaro, ma si illudevano. Si illudeva anche lei, qualche volta. Biografia dell'autoreMariapia Peirano è nata in Alta Val Tanaro nel 1955. Ha studiato e vissuto a Torino, dove fin da giovanissima ha lavorato come collaboratrice di farmacia privata.Nel 1986 si è trasferita nell'Astigiano dove è stata titolare di farmacia rurale per tredici anni. Nel 1999 è tornata a Torino, dove a tutt'oggi è titolare di farmacia privata. Ha pubblicato, tutti per l'Araba Fenice, nel 2012 Certi riguardi, nel 2013 Certe famiglie e nel 2014 A certe condizioni.
Zia maddalena è un'assassina? Una veggente? Oppure semplicemente non ci sta più con la testa? Zia Maddalena muore, e attraverso un diario "assudo" la nipote psichiatra conosce per la prima volta una donna apparentemente tranquilla, una come tante.
Desideri sessuali repressi, visioni di stragi cittadine, omicidi forse commessi, o forse no. Mariapia Peirano ci conduce dentro la psiche malata di una donna che sembrava un normale essere umano, per scoprire che la normalità non è di questo mondo. Un quasi giallo nella Torino di oggi e di domani, inquieta, pettegola, misteriosa. "Quello" era il magnaccia che la sfruttava. Un brutto tipo. Alto, grosso, con tanti capelli neri, ricci, lunghi fin sul collo. Una cicatrice sulla faccia. La bocca sempre piegata all'ingiù. L'ho visto tante volte, sul pianerottolo e davanti al portone. Una volta, al supermercato, l'ho riconosciuto, l'ho salutato ed ho sperato che mi aiutasse a portare le borse. Figurarsi! Già tanto se ha risposto al mio saluto con un borbottio. Lo credo bene che Amanda volesse mollarlo, ma sapevo altrettanto bene che con quei tipi lì non è facile discutere. Per questo a lei piaceva incontrare altri uomini. Ne ho visti e sentiti tanti, dallo spioncino, che le facevano i complimenti e le giuravano eterno amore. Poveri gonzi! Sapevano che lo faceva per denaro, ma si illudevano. Si illudeva anche lei, qualche volta. |
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