Un anno in Europa
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I caratteri meteorologici di una giornata, insieme all'immagine dell'ambiente circostante, sono stati in molti casi di per se stessi oggetto di poesia, fonte di ispirazione dell'Artista per versi, narrazioni, pitture e spartiti. Certi passi virgiliani, certi paesaggi rinascimentali mostrano una Natura fatta apposta per essere contemplata e goduta così com'è.
Ci si meraviglia di fronte a dolci zefiri primaverili che trasportano profumo di fiori, o si celebrano tarde estati stracolme di succosi frutti della terra. Nubi, cieli, venti, alberi, animali, per oltre duemila anni sono stati una continua sorgente di bellezza e di serenità, pur in epoche dove ogni giorno si sperimentava anche il lato crudelle della competizione con le implacabili forze di natura, a cui una scienza e una tecnologia ancora in fasce non potevano porre rimedio. Certe volte, ai sempre più diffusi danni ambientali ormai irreversibili, si può trovare rifugio solo nel potere lenitivo della letteratura bucolica, specchio di un tempo (meteorologico) ormai passato e forse perduto per sempre. Dalla prefazione di Luca Mercalli. Quarta di copertinaHo voluto con questo libro mostrare come gli scrittori, i pittori, i musicisti d'Europa (naturalmente soltanto alcuni tra di loro) hanno rappresentato i dodici mesi dell'anno: come li hanno visti, come ne hanno fatto sfondo o argomento di una loro creazione. Collocare un'opera d'arte in un tempo dell'anno o in un altro no è cosa indifferente alla sostanza dell'opera stessa: riusciamo a pensare il ciclo di lieder schubertiani Winterreise trasformato in un Sommerreise? O i racconti di Feria d'Agosto di Pavese in uno scenario invernale? C'è quindi un motivo intimo che spinge quello scrittore o quel pittore o quel musicista a scegliere un mese invece di un altro. E noi oggi "leggiamo" ormai i mesi dell'anno non solo attraverso i loro tratti agricoli o umani o meteorologici ma anche secondo l'immagine che ne hanno dato una poesia, un quadro, una musica.Biografia dell'autorePier Massimo Prosio, membro del Comitato Scientifico di "Studi piemontese" ha scritto numerosi libri dedicati alla storia culturale e letteraria del Piemonte, tra cui la Guida letteraria di Torino giunta alla terza edizione (2005).E' anche autore di romanzi, racconti, scritti di saggisti e di critica letteraria, commedie. Ha collaborato e collabora a giornali e riviste letterarie italiane e straniere. Con Araba Fenice ha pubblicato La città dei sogni nel 2014.
Ho voluto con questo libro mostrare come gli scrittori, i pittori, i musicisti d'Europa (naturalmente soltanto alcuni tra di loro) hanno rappresentato i dodici mesi dell'anno: come li hanno visti, come ne hanno fatto sfondo o argomento di una loro creazione. Collocare un'opera d'arte in un tempo dell'anno o in un altro no è cosa indifferente alla sostanza dell'opera stessa: riusciamo a pensare il ciclo di lieder schubertiani Winterreise trasformato in un Sommerreise? O i racconti di Feria d'Agosto di Pavese in uno scenario invernale? C'è quindi un motivo intimo che spinge quello scrittore o quel pittore o quel musicista a scegliere un mese invece di un altro. E noi oggi "leggiamo" ormai i mesi dell'anno non solo attraverso i loro tratti agricoli o umani o meteorologici ma anche secondo l'immagine che ne hanno dato una poesia, un quadro, una musica.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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