Topolino fa 90
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Molteplici sono le scuole rappresentate, da quella giapponese (Tezuka, Miyazaki) a quella cinese (Ah Da, Te Wei), da quella russa (Norstejn, Kytruk, Petrov) a quella slava (Trnka, Zeman, Rybczynski, Borowczyk, Svankmajer) a quella franco-belga (Servais, Laguionie, Chomet, Ocelot), con numerose eccellenze autoriali, dagli antichi maestri Reiniger e McLaren agli attuali maestri Burton e Gilliam. Nessun capolavoro può dirsi assente. E non manca nepppure la scuola italiana, dai classici Luzzati e Bozzetto a giovani di genio come Simone Massi, a personalità di spicco che lambiscono il cartoon e spesso fanno un corto sperimentale che al cartoon è affine, da Gioli a Nespolo a Villoresi.
Il volume si presenta composto di novanta schede - tante quanti sono gli anni di Topolino qui celebrati -, schede che sarebbe forse più giusto definire microsaggi. Venticinque, in taluni casi riviste e aggiornate ad hoc, provengono da Il cinema breve, per la cui riproduzione si ringraziano il direttore della Cineteca di Bologna Gina Luca Farinelli e la responsabile editoriale Paola Cristalli; mentre sessantacinque sono completamente nuove, inedite. Per la copertina, la scelta è ricaduta su Breakfast on the Grass di Priit Parn, contenente una splendida rilettura in chiave moderna di Le dejeuner sur l'herbe di Manet... Dall'introduzione di Mattia Bertaina. Quarta di copertina"Il giovane si affaccia alla finestra. Il rovescio di pioggia è cessato, lasciando, in strada, enormi pozzanghere e, sulle foglie, enormi gocce imbevute di pioggia. E al suo occhio visionario basta osservarne una per vederla come una goutte d'or, contenente all'interno proprio quella Colombina posata fino a un momento prima sulla sua scrivania. Quando la goccia, gonfia del proprio prodigio, cade con un clop nella pozzanghera sottostante, il gioco è fatto, il prodigio si dischiude. La Colombia in tutù rosso si materializza e inizia a piroettare con le movenze rapide e leggere di un'etoile su un palcoscenico di ghiaccio, il quale ne riflette le evoluzioni come fossero girandole, illuminate dai bagliori cangianti di stalattiti spioventi dal soffitto come i proiettori di una ribalta. Colombina vola, pattina sul ghiaccio ruotando come una sfera di cristallo. E il suo Pierrot? Caduta una prima goutte d'or, ecco formarsene una seconda, contenente questa volta una meraviglia della natura, secondo Claude Lèvi-Strauss la più preziosa di tutte, la struttura più perfetta: un soffione, altrimenti detto bugia. E' sufficiente che un achene, sormontato dal suo pappo schiumoso a forma di ombrello, si stacchi dalla corolla perchè subito si trasformi nell'attesa Pierrot, con "il collo rigido emergente da una gorgiera inamidata, una faci imberbem gli occhi immersi in un vapore acqueo d'indulgenza universale, la bocca clownesca ammaliante come un geranio".Biografia dell'autoreSergio Arecco, insegnante e studioso di cinema, collaboratore delle principali riviste del settore, può vantare nel suo curriculum una decina di monografie su registi e attori - da Pasolini a Oshima, da Cassavetes a Lucas, da Markopoulos a Bergman, da Resnais e Bresson a Dietrich e Brando, per editori come Il Castoro, Le Mani, Bulzoni, Ets o L'Epos - e una nutrita serie di volumi a tema: da Il paesaggio del cinema (premio "Maurizio Grande") a Anche il tempo sogna. Quando il cinema racconta la Storia (premio "Filmcritica/Umberto Barbaro), da Le città del cinema a Il vampiro nascosto. Ha inoltre collaborato al Dizionario critico dei film Treccani e al Dizionario dei registi del cinema mondiale Einaudi. Di recente ha pubblicato, per la Cineteca di Bologna, un ampio repertorio del corto sonoro: Il cinema breve. Da Walt Disney a David Bowie, con la prefazione di Goffredo Fofi.
"Il giovane si affaccia alla finestra. Il rovescio di pioggia è cessato, lasciando, in strada, enormi pozzanghere e, sulle foglie, enormi gocce imbevute di pioggia. E al suo occhio visionario basta osservarne una per vederla come una goutte d'or, contenente all'interno proprio quella Colombina posata fino a un momento prima sulla sua scrivania. Quando la goccia, gonfia del proprio prodigio, cade con un clop nella pozzanghera sottostante, il gioco è fatto, il prodigio si dischiude. La Colombia in tutù rosso si materializza e inizia a piroettare con le movenze rapide e leggere di un'etoile su un palcoscenico di ghiaccio, il quale ne riflette le evoluzioni come fossero girandole, illuminate dai bagliori cangianti di stalattiti spioventi dal soffitto come i proiettori di una ribalta. Colombina vola, pattina sul ghiaccio ruotando come una sfera di cristallo. E il suo Pierrot? Caduta una prima goutte d'or, ecco formarsene una seconda, contenente questa volta una meraviglia della natura, secondo Claude Lèvi-Strauss la più preziosa di tutte, la struttura più perfetta: un soffione, altrimenti detto bugia. E' sufficiente che un achene, sormontato dal suo pappo schiumoso a forma di ombrello, si stacchi dalla corolla perchè subito si trasformi nell'attesa Pierrot, con "il collo rigido emergente da una gorgiera inamidata, una faci imberbem gli occhi immersi in un vapore acqueo d'indulgenza universale, la bocca clownesca ammaliante come un geranio".
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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