Volevo vedere l'Africa
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La storia di un uomo e di tutte le sue guerre. Un ragazzo a zonzo per il mondo fra '42 e '47. Divisa italiana e poi americana sulla pelle, nel cuore il sogno di esplorare, ai piedi antiche radici che artigliano profonde la terra di origine. L'equilibrio che gli permetteva, bambino, di scapicollarsi in bici giù dai tornanti di Tre Stelle, lo fa marciare dritto nella polvere del deserto bilanciando - con sapienza contadina - dovere di servizio e istinto di sopravvivenza. In Libia, intruppato nello sventurato esercito fascista, nei campi di prigionia di Tunisia e Algeria, in Marocco, in Inghilterra e in Francia al seguito degli Alleati. Poi il ritorno, in un'Italia sconfitta e vittoriosa allo stesso tempo, nell'uniforme del vero vincitore. Una nuova fuga, infine, sui sentieri dei passeurs. Un'odissea di sei anni. Primo, ormai vecchio e consapevole di dover morire presto, racconta al figlio la sua meravigliosa e tragica epopea, senza nascondere nulla: gli ideali, gli amori, gli inganni di una vicenda umana assolutamente straordinaria, tra il deserto africano e le coste inglesi, le rovine di Caen e i bassifondi di Marsiglia. La malattia è la battaglia finale.
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Benedetto Marchi
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inserito: 18.09.2019 11:17
L'ho letto d'un fiato. Non aggiungerei altro, se non consigliarlo e regalarlo (come ho fatto io). Grazie. Benedetto Marchi
rodolfo prebilic
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inserito: 20.10.2014 17:12
Da qualche mese conservava questo libro incuriosito dalla recensione di Tuttolibri della Stampa . Subito appassionante . Una cavalcata nella nostra storia , ma soprattutto nella vita di chi questa storia l'ha vissuta caricandosi sulle spalle le fatiche i rischi le privazioni ma anche le aspettative, le delusioni ma anche le gioie. Un racconto fresco vivo non autocelebrativo. Alla fine del libro ci sentiamo tutti orgogliosi figli di Primo
anna pieriol
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inserito: 15.11.2013 16:07
Bello. Alle ultime pagine ho rallentato, centellinato ogni riga perché avrei voluto che il libro non finisse. Mi ero affezionata a Primo. Innamorata? Sarà che metà del mio sangue scorre nel basso Piemonte dove è nato il protagonista, e che io ho avuto un padre così. Mi ha lasciato appetiti, dentro. Voglio sapere che cosa gli è capitato, dopo. Come un amico. Come se Alba fosse la mia città ligure e Poggiantìco il quartiere dove sono nata o il villaggio dei miei nonni nell’entroterra. Spero che l’autore stia pensando a un prosieguo. E che lo si legga nelle scuole, perché i ragazzi capiscano come i coetanei in un passato poco remoto vivessero i loro anni migliori.
È la storia di una vita. Come dovrebbero esserlo i migliori romanzi. Del resto, che cos’è più fantastico, romanzesco e avventuroso, dei passi di una vita, se calcati intensamente? E che cosa più doveroso per uno scrittore, e piacevole, che seguirne le tracce? Pur femmina, io mi sono immedesimata nel protagonista, commossa e divertita (e dire che la copertina me l’aveva fatto pensare un memoriale di guerra). Passato indenne il prologo un po’ lungo ma che ha il suo perché, ho percorso con questo moderno Barry Lyndon le strade del mondo, ho sofferto e amato con lui, combattuto e sorriso. Io stessa sono diventata protagonista. Tale trasporto l’avevo sperimentato con Ceneri di Angela di Frank Mc Court; le atmosfere dolci e lo spirito giocoso li avevo vissuti guardando Mediterraneo; i fotogrammi di un’esistenza intera, i rimandi alla fanciullezza, il racconto del padre, nel Nuovo Cinema Paradiso; lo spirito di fratellanza, l’uomo nel nemico, in Joyeux Noel. Cito i film perché ho letto come guardando un film, osservandomi sulle pagine. Senza rivelare il finale diciamo che c’è speranza, un altrove cui dirigersi, un rifugio da costruire, una nuova frontiera da raggiungere, si profilano nuovi orizzonti cui tendere e da cui magari tornare, come gli storni e le rondini. C’è un domani, oltre il mare di Alboràn.
g. ferreri
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inserito: 17.09.2013 14:36
A me invece è stato regalato, "Volevo vedere l'Africa". Subito ho pensato: "Il solito libro di guerra. Il solito reduce che scrive": anche perché la copertina fa risaltare il militare mentre il titolo (che si perde sullo sfondo) evoca subito al contrario una dimensione più fantastica. Quel "volevo vedere", antitetico allo spirito guerresco che implicherebbe tutto tranne che osservare, e l'Africa, poi. Fin dalle prime pagine si rivela il vero spirito del libro: le confessioni, avventurose e appassionate, di un vecchio langarolo che è stato (ed è ancora) giovane in uno dei periodi più oscuri della nostra storia. Rimarrà deluso (lo dice anche l'autore in premessa) chi cerca il spasmodico dettaglio, la data e l'ora della battaglia, i nomi, i caduti, i generali, l'inappellabile riscontro storiografico. Questo non è un libro di generali e non è un libro di guerra, anche se la cornice è quella. E' un romanzo, un compagno. Un libro vero di un uomo vero. Che avrei voluto conoscere sul serio, dopo averlo conosciuto su queste pagine. Un amico. Grazie ad Araba Fenice ho un amico in più: Primo, il protagonista di "Volevo vedere l'Africa". I libri servono anche a questo: rendere manifeste piccole storie che diventano grandi, nella misura in cui ci si possa identificare; arricchire la propria vita con un amico vero e con una storia che valga la pena di serbare nel cuore. Come questa.
giulia galante
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inserito: 16.09.2013 16:53
L'ho regalato a un mio amico. L'ha letto e l'ha passato in famiglia. In un mese ha fatto il giro, di mano in mano, e dire che in famiglia loro sono in 6. Il mese dopo l'ho chiesto in prestito all'amico cui l'avevo regalato e che me ne aveva parlato bene. Anche a me è piaciuto molto, l'ho letto d'un soffio: la nostra campagna, le storie di un bambino che cresce, i sogni del ragazzo di Langa che si arruola volontario per vedere l'Africa, le battaglie, gli amori del giovane, e molto ancora. Me lo sto rileggendo, non so quando (se) lo restituirò al mio amico...
porta g.
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inserito: 16.09.2013 16:14
Ho finalmente letto questo libro che da parecchio vedevo sulle bancarelle di Araba Fenice. L'ho comprato dopo aver letto "All'orizzonte cantano le cascate" del medesimo autore. Bello, questo libro "africano", come "All'orizzonte...". Appassionante. E non parla solo di Africa, né di guerra. C'è la Langa, anzi, molta Langa, e ci sono amori, e civiltà contadina. Ingredienti ben miscelati. Complimenti davvero.
gianna
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inserito: 16.09.2013 15:47
La guerra italiana in Nordafrica come mai è stata raccontata. Da leggere.
vanni
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inserito: 04.09.2013 11:23
Sveliamo che il protagonista del romanzo "Volevo vedere l’Africa" guidò l’ufficio tecnico negli anni ’60 e ’70, anni di massimo sviluppo urbanistico di Alba. Ma vi arrivò dopo aver maturato esperienze. E per farlo, dovette partire da Neive per la Libia, soffrire la guerra e la prigionia, vestire due divise come Barry Lyndon, tornare in uniforme americana nella casa di fronte al Comune, e ripartire ancora per la Francia e tornare un’altra volta, trascorsi altri due anni. Perché è necessario migrare, ma poi, come scrisse Cesare Pavese, “un paese ci vuole”. E allora Primo di "Volevo vedere l’Africa" ritorna ad Alba, e poi...
vanni
ha scritto:
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inserito: 04.09.2013 11:18
Sveliamo che il protagonista del romanzo, "Volevo vedere l’Africa", guidò l’ufficio tecnico negli anni ’60 e ’70, anni di massimo sviluppo urbanistico di Alba. Ma vi arrivò dopo aver maturato esperienze. E per farlo, dovette partire da Neive per la Libia, soffrire la guerra e la prigionia, vestire due divise come Barry Lyndon, tornare in uniforme americana nella casa di fronte al Comune, e ripartire ancora, verso la Francia, per tornare un’altra volta, trascorsi altri due anni. Perché è necessario migrare, ma poi, come scrisse Cesare Pavese, “un paese ci vuole”. E allora Primo di "Volevo vedere l’Africa" ritorna ad Alba e poi...
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Recensione La Stampa
http://www.arabafenicelibri.it/upd/pdf/Articolo%20Giorgio%20Ballario%20LA%20STAMPA%2012%20giugno%202011.pdf
Recensione La Repubblica
http://www.arabafenicelibri.it/upd/pdf/recensione%20repubblica.jpg
Dentro la notizia
http://www.arabafenicelibri.it/upd/pdf/Dentro%20la%20Notizia%2028%20ottobre%202011.bmp
Intervista a Teresio Asola
www.youtube.com/watch?v=SI9uXGHLW58
Teresio Asola
Recensione su Nuova Società
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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