Descrizione
Augusto Monti è uno scrittore che sfugge continuamente alla presa. La sua scrittura esce dai canoni, travolge le righe e riesce a fare mescola tanto di un classicismo non convenzionale quanto di una vocazione all'oralità e al plurilinguismo che caratterizzano profondamente ritmo e voce in pagine sempre molto gremite, polifoniche, drammaturgiche, "d'ascolto". E di fatto, almeno I Sansossì dovrebbero garantirgli una presenza viva nel nostro Novecento letterario. Dote non secondaria è per Monti la scrittura epistolare, manifesta sia nelle lettere scritte dal fronte della "Grande Guerra" e dalla quasi immediata prigionia, sia dal carcere cui viene condannato nel 1936 per antifascismo. Abbracciando un'intera vita, "Continuare per cominciare" non può quindi aspirare a un risultato omogeneo, ma certo non manca di vivacità e di colori, specialmente quando riesce a distendersi in più libera narrazione di fatti e di momenti. La maggior parte delle lettere tratta tuttavia di problemi legati alla scuola, alla sua organizzazione, alle sue storture, ai suoi cambiamenti, e anche alla posizione di volta in volta politica in cui collocarsi a contatto con una società in movimento, che nell'età del "secolo breve" richiede agli intellettuali, accanto all'impegno interpretativo, anche una notevole dose di coraggio operativo e di scelte rischiose: la questione meridionale, il giolittismo, il nazionalismo, la prima guerra mondiale, la questione operaia, il Fascismo, il colonialismo, la seconda guerra, la Resistenza, il dopoguerra, la trasformazione del Paese da rurale a industriale. Ne scaturisce un Epistolario che disegna il profilo di un uomo probo, netto, deciso, capace di leggere le novità, ma sempre secondo i termini di una formazione di stampo antico e di piglio alfieriano. Un uomo "di carattere" capace di incrociare - tra Salvemini e Lombardo Radice, tra Croce e Gobetti - tanto i più individuali passaggi - i suoi - quanto le più comuni e cruciali transizioni dell'intero paese.