Descrizione
Un anno di servizio civile in un paese dell’Alta Langa, per un ragazzo di città, voleva dire due cose: aspettare pigro la fine della leva, oppure chiudere gli occhi e lasciarsi travolgere dalla furia del destino.
Questa è la storia del secondo caso.
Daniele, giovane obiettore di coscienza, viene mandato a Castino, piccolo borgo tra la valle Belbo e la val Bormida. Presto si ritrova a doversi confrontare con la Resistenza e la scia di sangue che ha lasciato su quelle colline. Emergono dal passato storie scure che non si sono ancora chiuse e scorie chimiche, come quelle dell’ACNA di Cengio, che non si laveranno mai. Ma l’anno trascorre, prende colore e più si colora più la vita di Daniele si intreccia con gli affetti e i dolori del paese. E con quelle grandi battaglie, quei tremendi rancori, quei meravigliosi amori che saranno destinati a diventare suoi.
Intanto il sole tramontava. Il vento aveva spazzato veloce le nuvole e il cielo era tornato di un azzurro naive mentre aspirava la luce dalla terra facendola scivolare in fretta nell’oscurità. Una sottile striscia infuocata sotto il manto azzurro accendeva i contorni delle montagne all’orizzonte. Riconobbe verso sud-ovest l’ombra canina del Monviso.
Ritornarono con fatica, all’imbrunire, sulla strada in falsopiano che seguiva il versante della collina che dava sulla val Bormida. Poi, in un attimo, furono dall’altra parte nel piazzale del Municipio. Ripassandoci davanti Daniele notò per la prima volta una targa di marmo bianco che stava affissa sulla facciata tra la finestra degli uffici e l’ingresso.