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Fascismo e Tempi nuovi

Storia di una rivista torinese (1922-25) prima fiancheggiatrice del regime, poi voce dell'opposizione aventiniana

Descrizione

Tempi Nuovi è un periodico oggi del tutto dimenticato, pubblicato a Torino fra il 1922 e il 1925. Fondato da Camillo Olivetti, padre della fabbrica di macchine da scrivere di Ivrea e Donato Bachi, noto esponente
socialista, é coevo de “La Rivoluzione Liberale” di Piero Gobetti e si inserisce pienamente nel clima arroventato di quegli anni.
Nella sua breve vita é dapprima fiancheggiatore del fascismo, visto come salvatore della Patria dall'anarchia, e poi, a partire dalla "strage di Torino" del dicembre 1922, via via sempre più critico verso
la degenerazione squadristica degli irriducibili.
Sulle sue pagine scrivono personalità di spicco come Carlo Angela, padre di Piero e poi "Giusto tra le Nazioni", Armando Gavagnin, poi partigiano e sindaco di Venezia, Leandro Scamuzzi, poi Commissario
politico della II Divisione partigiana Giustizia e Libertà. Nei loro coraggiosi articoli documentano il contesto politico e culturale negli anni della conquista fascista del potere, la pericolosa attività antifascista
vittima di devastazioni e violenze e i tentativi di coordinare l'azione dei partiti dell'opposizione aventiniana fino alla soppressione della rivista.
La ricerca si è protratta per una ventina d’anni ed ha permesso di recuperare un patrimonio di idee, di aspirazioni, di programmi, di resistenza all’oppressione che, a cento anni di distanza, neppure si sapeva
più di possedere.
Secondo il filosofo e storico Norberto Bobbio, il primo dopoguerra fu la stagione delle riviste torinesi. Ebbene, "Tempi Nuovi", cercando di unire etica e politica, etica e cultura, ne fu senza dubbio una
protagonista. Le sue pagine poco note arricchiscono la nostra conoscenza sul periodo cruciale della storia italiana che precedette la “legale” presa del potere da parte del fascismo, favorita dal "suicidio" delle altre forze
politiche presenti in Parlamento.
Esse furono la palestra di un impegno politico dei suoi redattori e giornalisti, che sfociò nell'antifascismo prima e poi nella Resistenza con le armi e senza le armi.


“Grazie alle ricerche storiche e al lungo lavoro svolto da Franco Brunetta per scrivere questo volume, ho scoperto nuovi aspetti della personalità di mio nonno Carlo e del suo impegno per le idee e per le
battaglie in cui credeva”.
(dalla nota di Alberto Angela, divulgatore scientifico, conduttore televisivo e autore)

“Franco Brunetta, tra i maggiori artefici del recupero della figura di Carlo Angela e del percorso verso l’alto riconoscimento di Giusto tra le Nazioni, nel ricostruirne l’itinerario intellettuale e politico, aveva
dedicato la sua attenzione al settimanale «Tempi Nuovi», di cui Angela, tra il 1923 e fino alla chiusura del periodico nel 1925, era stato tra i principali collaboratori e redattori.
Da quel primo interesse biografico si è sviluppata la ricerca sul settimanale, anch’esso poco noto, del quale, con ampie citazioni degli articoli pubblicati, viene ora esplorata l’intera vicenda.
Opera meritoria poiché, ora, il profilo del giornale emerge nella sua totalità, portato a conoscenza di un pubblico più vasto e così gettando nuova luce su alcune delle forze politiche che il fascismo travolgerà".
(dalla prefazione di Luciano Boccalatte, Vicepresidente dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti")

“Ho apprezzato la ricchezza della documentazione e la scorrevolezza del testo, che si legge senza fatica nonostante la complessità dei temi affrontati.
Ho ammirato la capacità di rimanere rigoroso e documentato”.
(Alberto Cavaglion, storico e saggista)

Biografia dell'autore


Franco Brunetta

Franco Brunetta (San Maurizio Canavese, 1952), maestro di scuola, giornalista, artista. Grazie agli insegnamenti di Francesco De Bartolo meis, Carlo Ottino, Luisa Passerini, Guido Quazza e Piero Simondo ha sviluppato interessi sia per la ricerca artistica, guidando per 35 anni i bambini a produrre arte e fondando l’associazione per le arti visuali “La Bottega delle Nuove Forme”, sia nello studio della Resistenza. In questo campo da anni coopera con l’Istituto pie montese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), ha or ganizzato manifestazioni e mostre, scritto articoli e libri, realizzato film e reportages. Tra questi ultimi il docufilm 26.4 – La strada della Libertà premia to al XVII Concorso nazionale “Filmare la Storia” indetto dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (ANCR) e dal Polo del '900 nel 2020.
Con Araba Fenice ha pubblicato: I ragazzi che volarono l’aquilone (2011), vincitore del IX Premio Nazionale ANPI “Renato Fabrizi” 2012 per la ricerca storica; Sopravvivere a Cefalonia (2015), Far Arte a scuola. L'esperienza de La Bottega delle Nuove Forme (2021) e Fascismo e Tempi nuovi (2024).
Dal 2012 é referente de “Le Person dij Partigian” (Le Prigioni dei Partigiani), luogo della memoria resistenziale a San Maurizio Canavese (TO).


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