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Com'era bello il mio Filadelfia

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Descrizione

17 ottobre 1926. Quel giorno venne inaugurato quello che diventerà l’anima, il cuore pulsante del mondo granata: lo stadio Filadelfia, a quei tempi unico stadio di proprietà di una società, fortemente voluto e “regalato” al Toro dal presidente Conte Enrico Marone Cinzano. La prima mossa compiuta dal presidente conte Enrico Marone di Cinzano fu quella di dare vita alla Società Civile Campo Torino (SCCT), realtà sostenuta da quote versate a fondo perduto che si riproponeva come unico obiettivo l’acquisto di un’area (a quei tempi) posta alla periferia della città (e quindi meno dispendiosa) e lì costruirvi uno stadio con annesso campo da destinare alle sedute di allenamento della squadra.
La prima data certa è quella del 24 marzo del 1925, giorno in cui venne presentata la richiesta di concessione edilizia in Comune. Successivamente, ricevuto il benestare amministrativo, i lavori vennero affidati all’ingegner Miro Gamba, docente del Politecnico di Torino e la costruzione passò dalle mani dell’impresa del commendator Riccardo Filippa.
Si lavorò sodo per alcuni mesi, destinando all’incirca due milioni e mezzo di lire per coprire l’intero complessivo di spesa.
Il 17 ottobre del 1926, a tempi di record, il nuovo impianto era pronto per l’inaugurazione ufficiale: l’onore della prima sfida toccò alla Fortitudo Roma, chiamata a sfidare la squadra granata alla presenza del principe ereditario Umberto, della principessa Maria Adelaide e davanti a 15 mila spettatori, dopo la consueta benedizione di Monsignor Gamba, arcivescovo di Torino.
Al nuovo impianto venne dato il nome di Campo Torino, ma sorgendo nel borgo periferico Filadelfia, nell’uso comune venne presto ribattezzato col nome del borgo o, ancora più confidenzialmente “Fila”.
 
 

Biografia degli autori


Trisoglio Alessandro

Alessandro Trisoglio è un ex calciatore dilettante, dirigente sportivo, giornalista pubblicista, responsabile di uffici stampa. Dal 2006 al 2010 Addetto Stampa dell’Alessandria Calcio. Ha pubblicato “I Mondiali di Jules Rimet” e “La magia del Mocca”

Mirko Ferretti


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