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Storie di gente di Langa

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Descrizione

Andreina Marenco da anni scrive storie di Langa, la terra che vive, che ama, che ricorda. Con i suoi racconti riporta indietro le lancette del tempo, di quando il benessere che oggi viviamo era di là da venire. Ma non era tutta malora. I valori esistevano, i rapporti umani erano veri e non virtuali, le cascine erano il centro di un’esistenza difficile, ma quasi sempre serena. Il lavoro non spaventava, ed a fianco delle famiglie, quasi sempre numerose, fondamentale era la presenza degli animali, veri compagni di vita.
Storie di gente di Langa narra di tutto questo, tra la pace delle campagne, gli orrori della guerra, le speranze in un futuro migliore, frutto di lavoro serio ed onesto.

Arrivarono alla fiera verso le cinque del mattino e Vigin legò “Miclot” alle sbarre con gli altri buoi, gli batté una pacca sul collo e andò all’osteria a mangiare un piatto di bollito e bere un bicchiere di dolcetto.
Lì incontrò molti amici che come lui erano venuti, chi a comprare e chi a vendere i buoi.
Quando si aprirono le contrattazioni “Miclot” fu venduto fra i primi perché pur essendo vecchio era ben tenuto, con il pelo lucido e curato e si vedeva che non aveva fatto la fame. La sua carne avrebbe dato ancora del buon bollito.
Più tardi, dopo le premiazioni, i buoi vennero condotti alla stazione per essere caricati sui carri bestiame.
Vigin si avviò anche lui con il suo Miclot e quando arrivarono alla stazione e vide i “tucau” (conduttori di buoi) con dei grossi bastoni nodosi in mano si ricordò della paura del suo bue.
Chiese allora di condurlo personalmente sul vagone. Salì per primo e Miclot salì la rampa dietro di lui senza fare resistenza. Vigin legò la corda alla sbarra, gli batté una pacca sul collo e si allontanò col capo chino. Miclot si girò, emise un leggero muggito, forse un saluto e si rassegnò al suo destino.
Vigin non si fermò a parlare con nessuno quel giorno e qualcuno disse di aver visto una lacrima sul suo viso segnato dalla fatica e bruciato dal sole delle Langhe.
Vigin ebbe ancora molti buoi, ma nessuno come Miclot.

Biografia dell'autore


Andreina Marenco

Mi chiamo Andreina Marenco e sono nata a Dogliani il 21 novembre 1952, da una famiglia contadina e da genitori non più giovani. Ho vissuto la mia infanzia in un ambiente dove la vita era molto dura e fatica e sacrifici erano all’ordine del giorno.
Ho voluto scrivere alcune storie di gente semplice che descrivono un modo di vivere che non tornerà mai più.
Quello che mi ricordo e le poche preziose foto che ho raccolto, sono le uniche cose che sono rimaste e vorrei che non si perdessero, perché sono la testimonianza di persone che hanno saputo affrontare difficoltà di ogni genere, cercando di creare un mondo migliore per loro e per i loro figli e che rappresentano un passato di cui essere orgogliosi.
Ho anche cercato di interpretare i sentimenti che ho percepito nei loro racconti.
I momenti belli, le difficoltà, la disperazione, le speranze e la forza di continuare sempre a combattere per la loro famiglia e l’amore per le persone e non solo.
In questo territorio di Langa, ora diventato patrimonio UNESCO per i paesaggi viticoli, vorrei rendere omaggio a tutti loro. Senza il loro lavoro e sacrificio, nulla sarebbe così com’è.
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Storie di gente di Langa
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