Descrizione
Solo un taglio. Una piccola operazione. Un segno. Un simbolo. Un pezzo di carne. Un’identità. Un mistero. La circoncisione è tutto questo, da circa 10.000 anni, secolo più secolo meno. Per gli aborigeni australiani, per i Totonacs in Messico, per i Manuema in Centro Africa, per i musulmani, per gli ebrei di tutto il mondo. E, strano a dirsi, per gli americani. Un’operazione che è diventata abitudine radicata dalla tradizione, consolidata dalla fede e dalla scienza - che per una volta invece di negarsi l’un l’altra si sostengono a vicenda, trovando di volta in volta le ragioni per consolidarne procedure e obiettivi. Ma se pensate che un piccolo taglio sia in fondo una cosa da niente e che non vi riguardi, vi sbagliate. Ogni cosa che l’uomo fa all’uomo, ma che spesso più crudelmente fa alla donna, come nel caso dell’infibulazione, ci riguarda tutti, personalmente. Questo libro, è proprio il caso di dirlo, mette il dito nella piaga. Leggerlo non vi lascerà indifferenti. "L’intera storia della circoncisione maschile e femminile è strettamente ed indissolubilmente legata alla sessualità umana. Il coinvolgimento dei genitali in queste pratiche mutilative può essere considerato tutto fuorché accidentale e, almeno nel caso della storia più moderna, giustificabile. I genitali umani furono considerati indispensabili, per la parte femminile, alla procreazione o, successivamente, per la parte maschile a partire dal neolitico, quando fu chiaro il ruolo del maschio nel processo riproduttivo. L’attenzione e il processo di mitizzazione e, in alcuni casi, di divinizzazione che spesso ha caratterizzato i genitali nell’ambito di quelle società era giustificabile ed iscrivibile in una necessaria concezione cosmogonica primordiale. (…) La storia della circoncisione parla però anche di mutilazioni avvenute per ottemperanza a credi religiosi, per adesione a tradizioni, per segnare un’appartenenza. In questi casi la valenza simbolica e culturale della pratica marca indelebilmente una persona violandone, secondo i criteri occidentali, i diritti individuali e sottomettendola, con la forza silenziosa ma inesorabile della consuetudine, alle esigenze identitarie, religiose e tradizionali della società in cui vive.”