Descrizione
"Il lavoro che qui presento, è nato proprio con questo intendimento, approfondire le radici e il contesto territoriale di questi dodici scrittori cuneesi, che fanno “Granda” la nostra provincia, la nostra letteratura di territorio. Essi sono tanto universali quanto fortemente legati alla loro terra, fino a stabilire una inestricabile serie di legami, di rimandi, di occasioni che li collegano.
Molti sono accomunati a Fenoglio ed a Pavese, più a quest’ultimo invero, per il ruolo di catalizzatore che la sua
figura ha esercitato proprio su quella generazione, investita dal destino della guerra e rinata con la ricostruzione. Di conseguenza un legame fortissimo tra di loro, si elabora sul tema della resistenza. Anche i viventi ne sono potentemente intrisi, si pensi a Oscar Farinetti erede di cotanto padre ma nemmeno Gianni Farinetti, ne è esente e a quegli ideali Aldo Cazzullo esplicitamente si ispira."
Gian Luigi Beccaria ne La guerra e gli asfodeli, del 1984, forse il saggio più raffinato scritto sullo scrittore, teorizza la dimensione partigiana in forma quasi spirituale, come vocazione assoluta, oltre la dimensione della politica, delle ideologie.
Quasi una spinta interiore cavalleresca, un partigiano paladino del bene contro il male assoluto. È una chiave di lettura suggestiva e riscontrabile in più passaggi. È però pur vero che l’esperienza umana di Fenoglio e di conseguenza il libro, nascono da fatti oggettivi e dalla dimensione della storia, che nella seconda guerra mondiale entra nelle case degli italiani, in forme e in modi che non avevano precedenti. Le date canoniche di quegli anni sono il 25 luglio del 1943, con la caduta di Mussolini e il fatidico 8 settembre con la caduta dell’Italia in generale. Ma da qualche tempo a questa parte e in particolare in letteratura, appare sempre più evidente il ruolo esercitato dal cosiddetto Bando Graziani. Senza quel Bando di arruolamento, vero e proprio spartiacque per la vita di una generazione, non avremmo le tante biografie che conosciamo né le esperienze estetiche che ne sono conseguite.
Molti sono accomunati a Fenoglio ed a Pavese, più a quest’ultimo invero, per il ruolo di catalizzatore che la sua
figura ha esercitato proprio su quella generazione, investita dal destino della guerra e rinata con la ricostruzione. Di conseguenza un legame fortissimo tra di loro, si elabora sul tema della resistenza. Anche i viventi ne sono potentemente intrisi, si pensi a Oscar Farinetti erede di cotanto padre ma nemmeno Gianni Farinetti, ne è esente e a quegli ideali Aldo Cazzullo esplicitamente si ispira."
Gian Luigi Beccaria ne La guerra e gli asfodeli, del 1984, forse il saggio più raffinato scritto sullo scrittore, teorizza la dimensione partigiana in forma quasi spirituale, come vocazione assoluta, oltre la dimensione della politica, delle ideologie.
Quasi una spinta interiore cavalleresca, un partigiano paladino del bene contro il male assoluto. È una chiave di lettura suggestiva e riscontrabile in più passaggi. È però pur vero che l’esperienza umana di Fenoglio e di conseguenza il libro, nascono da fatti oggettivi e dalla dimensione della storia, che nella seconda guerra mondiale entra nelle case degli italiani, in forme e in modi che non avevano precedenti. Le date canoniche di quegli anni sono il 25 luglio del 1943, con la caduta di Mussolini e il fatidico 8 settembre con la caduta dell’Italia in generale. Ma da qualche tempo a questa parte e in particolare in letteratura, appare sempre più evidente il ruolo esercitato dal cosiddetto Bando Graziani. Senza quel Bando di arruolamento, vero e proprio spartiacque per la vita di una generazione, non avremmo le tante biografie che conosciamo né le esperienze estetiche che ne sono conseguite.