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Descrizione
Boves, pacifica e operosa cittadina ai piedi della Bisalta (superba montagna tra Cuneo e la Francia), è la protagonista di questo libro, vittima e combattente eroica in un tragico destino di barbarie. Donà di San Mauro ne narra sinteticamente la "piccola" storia dall'inizio del '900 alla caduta del Fascismo, e rievoca analiticamente la sua "Grande" storia, dal 19 settembre 1943 (giorno del primo eccidio) alla fine del conflitto (per Boves, il 26 aprile 1945). E' il racconto di un testimone-protagonista, che nei mesi in cui fu Commissario Prefettizio resse umanamente le sorti della popolazione civile, tra le forze della Resistenza partigiana e la spietata occupazione nazi-fascista.
Biografia dell'autore
Donato Dutto (Donà di San Mauro)
Donà di San Mauro è il "nome d'arte" di Donato Dutto, nato nella frazione San Mauro di Boves nel 1899, ultimo di 10 figli. Seminarista, è richiamato al fronte nel dicembre 1917, dopo la disfatta di Caporetto, come sottotenente dei Bersaglieri. Da "Ragazzo del '99", viene congedato col grado di Tenente. Abbandonata la tonaca, si laurea a Torino nel 1922 in Scienze economiche e finanziarie, e lascia l'Europa per l'America Latina. Dopo cinque anni, trascorsi perlopiù in Argentina (dove svolge la professione di maestro), torna al paese nel 1927 per riprendere gli affari di famiglia e sposarsi con una giovane del 1907, Maria Giuliano. Insieme, fra il 1928 e il 1938, avranno tre figli. In quegli anni vive fra Boves, Cuneo e la Val Roya, dove apre alcune attività commerciali. Lo scoppio della II Guerra Mondiale lo coglie però a Roma, dove si era recato per inseguire il sogno del teatro e (forse) del cinema: aveva scritto infatti già tre pieces, una delle quali, Beatrice di Tenda, rappresentata con un certo successo. All'inizio del conflitto, viene richiamato come capitano di Fanteria nella Divisione Siena, e inviato sul fronte italo-francese per quei pochi giorni che durò la prima fase del conflitto. Viene quindi inviato nel marzo del 1941 in Albania, al Monastero (quota 731), dove sperimenta la tragedia di un esercito impreparato e male organizzato, e infine a Creta. Qui rimane per due anni, fino allo sfascio dell'8 settembre. Dopo la resa alla Germania, accetta di aderire alla Repubblica Sociale per salvarsi la vita, e può far così ritorno in patria. Sopravvive all'affondamento della nave "Sinfra" su cui era stato imbarcato, disastro in cui perdono la vita circa 2000 soldati italiani (le vicende della guerra sono raccontate da lui stesso nel libro L'affondamento della nave Sinfra , che Araba Fenice ha ripubblicato nel 2005). Giunto a Boves nel dicembre 1943, dopo un viaggio avventuroso in treno attraverso i Balcani, accetta nell'estate del 1944 l'onerosa carica di Commissario Prefettizio. Portatala a termine onorevolmente, dopo la guerra vive da battagliero cittadino (nel 1946 è il primo Presidente della neonata Famija Bovesana, e perde di poco le elezioni a sindaco, a metà degli anni '50) e prodigo autore di poesie, drammi, libelli e traduzioni nella sua Boves fino alla scomparsa, avvenuta il 21 giugno 1975.
Alcune delle sue opere: Una strana agenzia, Caino, Beatrice di Tenda, Ristrutturare la società, Sonetti alla diavola, Boves Kaput!, L'affondamento della nave Sinfra, Barbaroux, Giustizia sociale.
molto interessante!!!
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.