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L'amore quotidiano

Sottotitolo non presente

Descrizione

L'amore quotidiano è l'ultimo inedito di Maria Tarditi. Scritto dopo Un'infanzia felice e prima di Pecore matte, è un bellissimo romanzo che ripercorre la vita di una giovane maestra. In sposa ad un benestante vedovo di campagna. Ma l'amore, il grande amore, suscita invidia. In famiglia, nel paese. Da qui, nasce la storia. Una storia di felicità e drammi, di vita contadina e affrancamento dalle difficoltà del secondo dopoguerra. Un'Italia che cambia, restando con i piedi profondamente piantati per terra. 
Un gioiello di Maria Tarditi, rimasto nel cassetto per quasi vent'anni.
Un'ulteriore prova della bellezza della sua scrittura, della profondità del suo universo interiore.



Maria Tarditi è nata a Monesiglio (CN), il 25 agosto 1928. Ha insegnato nella Scuola Elementare, initerrottamente, dal 1946 al 1989. Dal  1949 risiede a Pievetta, frazione di Priola (CN), dove è stata maestra per trentotto anni. Ha pubblicato: "Un'infanzia felice", "Pecore matte", "Storie di masche", "Minnie", "L'ultimo della fila", "Cara scuola", "Un paese nel cuore", "La venturina", "Favole nere di bisnonna Pina", "La vita non è uno scherzo", "Aspettando Catilina", "La maestra cattiva", "Testaviroira", "L'odore del diavolo", "La bella madre", il libro-intervista "Vestivamo alla poveraccia" e "Marì va al cinema" (allegato al DVD "La coda è la più lunga da spellare" di Barbara Allemand, film-documentario sulla vita della scrittrice).

Quarta di copertina

Elena ricordava soprattutto le merende: una fettina di salame o di robiola con una bella pagnotta, e poi frutta a volontà, che tanto non si trovava a vendere. Si cominciava con le griotte di luglio, poi venivano le susine che riempivano la strada e il prato, e ce n'era per tutti, anche per le vespe; poi venivano le pesche d'estate, sugose e con la buccia sottile; poi c'erano le pere butirre e le martine,  e infine i fichi di settembre, che maturavano insieme all'uva bianca del pergolato. Le piaceva anche, in agosto, la trebbiatura al Passetto. Era la festa più bella dell'estate, con il rumore assordante della macchina che copriva ogni schiamazzo, e il polverone dorato in cui si agitavano, neri e lucidi di sudore, i trebbiatori.
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L'amore quotidiano
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