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Farfalle di latta

Storie di famiglia

Descrizione

Osvaldo Tarditi, attraverso una serie di racconti, narra ad un tempo la sua famiglia e il suo territorio, tra il Roero e la Langa.
Un affresco affascinante, un mosaico di storie che hanno il pregio di una scrittura originale, breve e profonda; il Novecento piemontese, tra contadini, artigiani, casalinghe, vissuto tra gioie e dolori.
Il narrare di Tarditi scorre avanti e indietro negli anni, tra la guerra e la pace, il lavoro, le tradizioni, gli aneddoti gustosi e le grandi vicende della Storia.
Un “romanzo di novelle” personale ed universale al tempo stesso, un ritratto di quelle terre, di quei campi, di quei paesi fino a qualche decennio fa poveri, ma felici, pieni di un futuro da costruire, da sognare, da vivere.

"La vecchia invitava sovente le due sorelline. E quando loro madre acconsentiva, le teneva due ore con sé. Preparava tazze di crema al cioccolato. E apriva il barattolo dei biscotti. Di farina di meliga. Si scambiavano le storie. Lei raccontava di quando era piccola, ed aveva paura del tuono. Loro di quando stavano ai Magliani. Narravano di Carlo. Sceso, di notte, dal pagliericcio, per fare pipì.
Tornando, nel buio, non trovò più la porta , e finì in cantina. Lo rinvennero il mattino, semiassiderato. Oppure di quando, sempre lui, fece cadere Maria dalla carretta. Togliendo il sivello. Si ruppe un ossicino della testa. Che, la notte, gonfiò come un pallone. Maurizio corse fino a Santa Vittoria, a chiamare il medico. Ancora di Luigi, che voleva andare nella Merica. Loro madre gli preparò il fagotto, con quattro stracci, e lo chiuse fuori. Pianse ed implorò, per ore. Poi di quando voleva farsi le onde ai capelli. Con un ferro da maglia. Scaldato sulle braci. E se li bruciò.
E Maurizio, che giocava alle biglie, e perse di vista i tacchini. Li ritrovò lontano. Nei pressi del Palazzo Rosso. Che già faceva buio. E ne prese tante tante. Sempre lui, perché la capra non si allontanasse, si legò la sua corda attorno alla vita. Quella si spaventò. E corse impazzita per fossi e ripe. Arrivò a casa scorticato e flagellato dai rovi. Stavano d’incanto, con quei due vecchi. Si volevano un gran bene. Improvvisamente, una notte, la vecchia morì. Lucia volle vederla. Composta sul letto. Con le mani giunte e gli occhi chiusi. Pianse e singhiozzò tutto il giorno e la notte successiva. Il vecchio, poco tempo dopo, perse il senno. Si alzava di notte, svestito, e delirava alle stelle. La figlia, che abitava in una lontana città, dal nome sconosciuto, lo prese con sé. E non lo videro mai più.
Rimase soltanto la vecchia casa, vuota. Con quel muro a strapiombo. Che sembrava voler cadere da un momento all’altro. Rimasero, sul balcone di legno, le farfalle di latta.
Anche loro, talvolta, piangevano piano."

Biografia dell'autore


Osvaldo Tarditi

Osvaldo Tarditi è un appassionato lettore. “Cercatore” di storie singolari. In merito al cui recupero, nel luglio 2022, ha iniziato a scrivere.
Vive in territorio roerino. Fondale prediletto al suo narrare.
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Farfalle di latta
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