Descrizione
Ad Alba, tra settembre e novembre di ogni anno, per le sue vie circolano trecentomila persone. E non tutte parlano italiano con l'accento largo del posto. Anzi. Nella via principale, quella intitolata al Re Vittorio Emanuele II, ma che tutti chiamano semplicemente via Maestra, "main street" avrebbe detto lo scrittore Fenoglio, le lingue del mondo s'incrociano in una gioiosa babele. Ti sfiorano gruppetti che parlano tedesco, francese, spagnolo, inglese. Non sono i monumenti e la storia, che pure trovi, la causa di questa periodica e massiccia invasione di turisti. E' una presenza molto particolare: il tartufo. Il Tartufo Bianco d'Alba, Tuber magnatum pico, come lo classificano i micologi, studiosi dei funghi. Nasce e vive sottoterra. Non lo incontri passeggiando nei boschi dove cresce, ma lo trovi sulle tavole riccamente imbandite di tutto il mondo. Non è bello a vedersi: una brutta patata. Non contiene principi nutritivi: è fatto d'acqua e fibra vegetale. Il segreto sta nel suo odore: per alcuni profumo paradisiaco, per altri pesante afrore. Creare tifoserie contrapposte è già segreto per arrivare al successo, ma non basta. Quello di cui gode il Tartufo d'Alba è una felice e, talora, casuale somma di coincidenze. E' un'intricata matassa che, a sbrogliarla, coinvolge e appassiona.
Fotografie, testimonianze, storie, leggende, aneddoti: questo libro è un omaggio al meraviglioso, folle, romantico mondo della "trifula ".