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La solitudine di un sognatore

Primo processo della Corte Militare Alleata a un gruppo di «Fedelissimi del Fascismo»

Descrizione

L’immaginaria autobiografia di un giovane ragazzo porta per mano il lettore ad addentrarsi e rivivere un tormentato passato: una guerra che ha segnato la fine di un illusorio progetto di conquista e di dominio dell’Europa da parte della Germania nazista; il tramonto dell’idealità che il ventennio fascista aveva inculcato nella mente di tanti giovani; il disastro dei bombardamenti e la disperazione di tante famiglie per la perdita delle persone a loro più care.
Le truppe anglo-americane sbarcate nel 1943 in Sicilia per liberarla dal nazi-fascismo, dopo averla pesantemente bombardata, con un incedere da dominatori, piantavano i sigilli della conquista e cancellavano ogni vessillo del passato regime.
A Trapani, un giovane idealista, aiutato da un gruppo di altri ragazzi, tutti “fedelissimi del fascismo”, si ribella con la sola arma delle idee e dei suoi scritti, e ne paga le conseguenze.
Arrestato, sottoposto a duri interrogatori, umiliato per le sofferenze fisiche e morali subite, processato e condannato al carcere duro, ripercorre l’itinerario della sua drammatica avventura che si può riassumere in uno scontro ideologico tra il pragmatismo degli alleati e la sua fede maturata negli anni di formazione scolastica dalla martellante dottrina fascista. Nonostante le evidenti difficoltà ed i patimenti subìti, nei tre anni di sofferenza egli mantiene coerenza e dignità, due valori che in quegli anni molti italiani calpestarono.
Negli anni seguenti, estinta la pena e riabilitato, dedicò la sua vita all’attività politica mantenendo fermezza nell’affermare la moralità e la dignità nei comportamenti e nel perseguire sempre il dialogo anche tra posizioni identitarie divergenti.



Come nasce l’idea di questa narrazione? Come sempre per caso. Un incontro, un ritrovarsi dopo tanto tempo e scoprire affinità di pensiero, un libercolo che come per incanto si riaffaccia all’attenzione dopo aver vissuto sepolto tra la polvere per anni, fogli manoscritti risalenti ad anni non sospetti, coevi a quelli della narrazione e dimenticati in un cassetto o in qualche ripiano della libreria di famiglia ed infine una passione per la ricerca nelle emeroteche o tra la bibliografia del passato e del presente. Una miscellanea di cose che si vanno accumulando e componendo come un mosaico e che stimolano la curiosità a proseguire nell’indagare, allo scoprire spesso falsità condite e servite come fossero le tavole della legge e nel contempo alla ricerca di notizie di cui nessuno sembra avere più memoria.

Salvatore Corso

Salvatore Corso è nato a Roma nel 1944 da genitori siciliani. Ha vissuto a Trapani gli anni degli studi assorbendone le radici culturali che ancora oggi lo legano a quella terra. Conseguita la laurea, si trasferisce a Torino dove è assunto in Fiat. Dopo aver soggiornato negli Stati Uniti, svolge ruoli dirigenziali nel settore automobilistico per oltre un trentennio. Da sempre attratto dalla narrativa, da alcuni anni si cimenta nel campo della saggistica e del racconto storico. Nel 2018 ha pubblicato per Aracne la “Camera del Priore”, suo esordio letterario successivamente ripubblicato nel 2023 in edizione riveduta dall’editore Morrone. Con Araba Fenice ha pubblicato nel 2020 “C’era una volta la Fiat”, ristampato in una seconda edizione nel 2023 con la prefazione del senatore Giorgio Benvenuto e nel 2022 “L’uomo dello scoglio – Nunzio Nasi”.
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La solitudine di un sognatore
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